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Sta procedendo bene e sta confermando le ipotesi di partenza.

Molti hanno aderito, inviando la loro scritta Aosta: rinnovo l’invito a tutti i lettori di questo post (renderò una consulenza gratuita e sono tenuto al segreto, ovviamente).

Ribadisco: si sta studiando l’ovale da un punto di vista innovativo: talmente innovativo che suppongo (chissà potrei essere smentito e ne sarei contento) che siamo gli unici al mondo a studiarlo dal punto di vista che mi appresto a ricordare, a seguire.

Non studiamo l’ovale solamente dal punto di vista dell’intelligenza e del sentimento (e qui siamo debitori della grafologia), ma lo studiamo dal punto di vista che intende verificare se sia possibile ricavare dallo studio della “o” e della “a” manoscritta le prime esperienze evolutive, che interessano la relazione mamma – cucciolo (lo scrivente fanciullo) – papà. In questo momento abbiamo scelto di non prendere in considerazione gli ovali della “g”, della “q” e della “d”, per restringere il campo..

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Ad esempio, da tempo sospetto (con qualche riscontro positivo) che un tipo di ovale indica il bisogno di dimenticare i ricordi che attengono alla prima infanzia. Si stanno ottenendo conferme anche su questo punto (un esempio di uno scrivente che non ricorda i primi dieci anni di vita è documentato in figura). Si sta anche studiando il bisogno di cassare le prime esperienze evolutive, segno che le stesse sono state molto dolorose (in figura ne sono documentati due esempi).

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Quello che avevo capito da anni è il fatto che l’ovale, delle maiuscole, è il luogo che evidenzia i lutti, i progetti di vita non andati a buon fine (gli aborti spontanei) e così via. Se ne hanno conferme anche in questa ricerca, che praticamente interessano tutti gli esempi rappresentati in figura.

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L’ovale, poi, dovrebbe dirci se papà e mamma si sono lasciati oppure no: si hanno conferme, ma non c’è stato tempo di sperimentare a lungo e quindi è necessario essere prudenti.

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Che cosa c’entra la parola Aosta in quest’ambito?

Vogliamo accertare sino a che punto sia “vero” che la maiuscola A può rappresentare la casa della nonna materna oppure la casa di mamma e papà: ovviamente, sono coinvolti i condizionamenti subiti nella prima infanzia.

L’ipotesi relativa alla casa della nonna materna è stata sempre confermata, tranne in un caso in cui la nonna è morta mettendo al mondo la mamma dello scrivente (è un padre di 30 anni, separato): non avrei saputo dirlo, lo confesso. In questo ovale si vede il lutto, si vede anche la reazione allo stesso, che sta condizionando la vita dello scrivente, ma di più non avrei saputo dire, senza la collaborazione della persona interessata (la ringrazio, ovviamente).

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E le altre lettere? Offrono informazioni importantissime, ma che debbo omettere.

A titolo di esempio, ci si potrebbe chiedere che cosa indicano le frecce numerate della prima figura a sinistra. Indicano specifiche ferite corporee e un lutto finale, molto doloroso (il n. 4).

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Grazie. Per favore collaborate …

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Grazie

Autore G. Angeloni – copyright – tutti i diritti riservati ©