Si parlerà della “f” corsiva minuscola, il segno dell’atto della nascita, ma secondo un punto di vista particolare, suggerito anche dal quadro di GIUSEPPE DA VOLPEDO riprodotto in figura.
Questo quadro, infatti, sintetizza molti concetti che possiamo riferire al simbolismo spaziale tridimensionale, che è proprio della grafica simbolizzata. In particolare, si parlerà dell’avanti – dietro e dell’eterno dell’esistere, per come sia possibile concepirlo con i nostri strumenti di grafica simbolizzata.
Si noterà che questo simbolismo comporta che ogni termine ha senso solo se considerato secondo il proprio opposto: se esiste un inizio é perché esiste una fine e viceversa.
Nella grafica simbolizzata, l’eterno e il tutto detto danno luogo al numero 8, il quale, è il simbolo dell’infinito, ma è anche il simbolo della ripetizione incessante a parti invertite, della quale si parlerà.
Di conseguenza è opportuno distinguere tra le linee alto – basso e basso – alto. La prima non è nelle mani dell’uomo (colui che diventerà scrivente), la seconda sì. Infatti, il modello della “f” dimostra che la risalita (dal buio alla luce) è la spinta che il bambino dovrebbe effettuare per venire alla luce.
==
Nel quadro di GIUSEPPE DA VOLPEDO, il Quarto Stato, tutti marciano verso l’avanti, ossia verso di noi. Marciano per il progresso, infatti, anche di coloro che stanno osservando (noi), ossia anche per il progresso di chi verrà dopo di loro (si veda la presenza di madri e persino di bambini). E’ in discussione una aspirazione spirituale di tipo immanente, che ovviamente si avverte anche illuminata dall’alto (la linea del livello spirituale di tipo trascendente), ma vale anche l’inverso (non è un caso che è scritto “ama il prossimo tuo come te stesso”).
E’ la linea che assicurerà l’eternità dell’esistere sia con i propri geni sia con le proprie opere, per quanto sapremo donare a chi verrà dopo di noi, come ci insegnano i protagonisti del quadro. E’ la linea dell’avanti dietro, che conferisce al simbolismo spaziale un carattere tridimensionale a ribadire che siamo stati concepiti in un ente tridimensionale.
E’ la linea che interessa la direzione dello sguardo nella quale chiunque osserva è a sua volta osservato.
Se ci si fa caso, si sta palando del punto di vista di chi vive una relazione intima, nella quale i partner si guardano reciprocamente negli occhi, perché provano le stesse emozioni, perché perseguono gli stessi obiettivi e perché per tutti questi motivi sono una “stessa cosa”.
Sono una coppia, infatti, basata sull’amore, ma anche su una progettualità di progresso per sé ma anche per la propria generazione e per quelle che verranno, ad iniziare dal futuro (l’avanti) dei propri figli. Il progresso è nell’avanti.
Dunque, la genesi del tutto si avvia dal rigo del cammino, la sinistra destra – ed ha un progresso nella linea dell’avanti dietro. L’alto – basso (simbolicamente l’asta della f), infatti, non ci sarebbe stato senza i fatti che in precedenza sono avvenuti sul rigo del cammino.
=
Siamo stati desiderati sul rigo del cammino (la sinistra destra) da un uomo e da una donna, che (almeno simbolicamente) si guardavano negli occhi.
In effetti, il rigo del cammino è il rigo generazionale delle relazioni sociali, ma è anche il rigo che esprime l’esonerabile tramonto dei genitori (quando giungeranno a fine rigo), mentre nel frattempo i loro figli si saranno anche loro tramutati in genitori, dando vita ad un loro rigo sinistra – destra. I righi generazionali, a loro volta, sono disposti secondo l’avanti – dietro.
E’ la ripetizione incessante a parti invertite: i genitori tramonteranno nel mentre i generati prenderanno il loro posto e via, via…
==
Il rigo sinistra- destra, dunque, è anche il luogo nel quale i figli, accompagnati e sostenuti da mamma e da papà, possono crescere e possono maturare nell’aspirazione di agire come agirono questi ultimi, ai fini di agognare il generare a loro volta.
Come detto, nasce così un’altra linea generazionale, quella dei nipoti, la quale ora è disposta dinnanzi agli occhi della linea dei genitori, con entrambe le linee che sono osservate dagli occhi di coloro che sono situati sulla linea dei nonni. Il tutto appartiene e al passato e al futuro dell’umanità, fermo che si sta discutendo di simbolismi.
Sono in discussione e il vivere, che è il camminare sul rigo del suolo, e l’esistere, con quest’ultimo che nella nostra parte del mondo è concepito come un eterno. Come mai? E quanti tipi di esistere vi sono?
Gli esistere secondo l’eterno sono due, come i livelli spirituali: uno secondo il basso – alto e l’altro secondo il dietro – avanti.
Come mai?
==
Siamo nati tutti nello stesso modo ed in un luogo tridimensionale. Quando abbiamo iniziato a percepire il nostro inglobante allora, solo allora, verosimilmente abbiamo avuto la percezione di esistere, ma non abbiamo mai potuto sapere che non ci eravamo stati. E’ come se ci fossimo stati per l’eterno.
Dunque, se ogni uomo aspira all’eternità, non è solo perché teme la morte, ma è perché non ne può fare a meno, per condizionamenti di tipo genetico. Ma vale anche l’inverso, siccome si teme la morte allora si necessita di agognare all’eternità, secondo la linea dell’avanti. Solo su questa linea, infatti, possiamo sopravvivere: con i geni e con le nostre opere.
Saremmo eterni anche secondo la linea dell’alto basso? Certo, ma che tipo di eterno sarà: nella luce o nel buio?
Infatti, l’alto – basso è anche la linea di chi potrebbe essere destinato a sprofondare nel baratro del buio eterno, a testa in giù.
Il timore del vuoto e dello sprofondamento ha un progenitore nell’atto della nascita.
Nel grembo che ci conteneva siamo stati anche a testa in su, ossia eravamo orientanti verso l’alto, ma di norma per nascere abbiamo dovuto compiere due viaggi a testa in giù, uno all’interno dell’inglobante che ci ospitava e che ci nutriva, l’altro, invece, all’interno di un tunnel (il canale vaginale).
Ma se è vero che siamo nati a testa in giù (nell’alto – basso), e nel buio peraltro (al di sotto della linea del cammino), è pur vero che noi siamo stati concepititi per risorgere sul rigo del cammino (basso – alto), e a testa in su e liberi di guardare in ogni direzione.
Il modello suggerisce che risorgeremo nell’eterno della luce: infatti, nella nostra parte del mondo il destino ultimo dell’Uomo é nelle sue mani, a patto che rispetti le Leggi (la “f” si basa sull’asta, l’ente simbolico di chi esige il rispetto delle leggi), tra le quali se ne rinviene almeno una che si riferisce all’avanti (nella questione dell’amore verso il “prossimo tuo”).
==
Alle nostre spalle (nel dietro) ci sono infinite generazioni di nonni e davanti a noi immaginiamo infinite generazioni di nipoti, ma che ne sarà del nostro destino individuale una volta che saremo giunti a fine rigo (la dipartita), sempre fermo che si sta discutendo del simbolismo spaziale per come considerato dalla grafica simbolizzata?
Sarà nella luce o nel buio eterno? Tutto ciò, nella nostra cultura, dipende anche da dove orientiamo lo sguardo (e le opere, ovviamente): ci si accorge che non è sufficiente guardare verso l’alto, ma è indispensabile guardare anche verso l’avanti (anche per onorare i nostri padri e le loro opere, cioè anche noi stessi).
E se tutti noi che viviamo nel qui ed ora sul rigo della sinistra destra avessimo lo sguardo rivolto all’avanti dietro, beh allora non saremmo ad un passo di un conflitto atomico. Non esisterebbero le ingiuste, le sofferenze, le discriminazione, ecc.., ecc…
Parlare di grafica simbolizzata dunque è parlare anche dell’amore per l’uomo e per la terra (il rigo del suolo) e per il cielo che ci ospita, nonché per le opere di coloro che ci hanno preceduto.
==
Grazie
Autore G. Angeloni – copyright – tutti i diritti riservati ©
.
==
