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La mia creatura è la grafica simbolizzata, ma amo la grafologia ed anzi tutto ha preso avvio dallo studio di quest’ultima e precisamente da Curva – Angolosa di Moretti. Per me quest’ultimo è il nonno della grafica simbolizzata, a sua insaputa e all’insaputa anche degli esponenti attuali del suo metodo.
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Si sta discutendo non della validità della grafologia (è palese che lo sia), si sta discutendo sulla scientificità della stessa. In pratica, la questione è: quanto sono attendibili i giudizi grafologici (ivi compresi quelli peritali)?
I segni grafologici su cosa si fondano?
Si sta discutendo della materia grafologica, non delle applicazioni di tale disciplina.
Allora si discute della materia e necessario che si escluda la psicologia dal campo. Va bandito la locuzione di “significato psicologico”, in quanto è indispensabile parlare di “significato grafologico”.
Ecc..
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La grafica simbolizzata sa spiegare la genesi di ogni segno grafologico e a propria volta la grafica simbolizzata si convalida su base di un test della verità, confermabile o meno dalla biografia dello scrivente.
Insomma, ragionando dal punto di vista del grafologo che è in me, la grafica simbolizzata, benché sia autonoma, sta alla grafologia come la psicologia sperimentale sta all’intera psicologia (senza la prima gran parte delle affermazioni psicologiche, benché funzionino come funziona la grafologia, non poggerebbero su basi confermabili o falsificabili. Ossia, non poggerebbero su basi scientifiche).
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Ci compete di rendere pubbliche le ragioni scientifiche della grafica simbolizzata: dateci tempo e soprattutto venite a darci un mano (in questi giorni, ad esempio, si sta avviando una ricerca sull’ovale) ed accettate il confronto.
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Le grafie riprodotte in figura appartengono alla stessa persona: sono state redatte quando era una ragazza e in età avanzata.
In tutti questi anni che cosa è mutato? Che cosa non è mutato?
Ecco questo è un campo di ricerca. Tuttavia i segni che attengono alla primissima infanzia non sono mutati e si riferiscono alla “f”, alla “g”, ai numeri, oppure a ferite infantili, spiccano le “c” e le “l”. Non mutano nemmeno gli ovali, se considerati dalla grafica simbolizzata.
Che cosa muta, invece? Per esempio, come spiegare la differenza nei K?
La si spiega in una precisa condizione fisiologica, relativa alla deambulazione: confermata dalla persona interessata.
Cosa altro muta? Altro che è verosimilmente da correlare a senilità e a malattia. Cosa è perché?
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Sappiamo spiegare tutto in entrambe le grafie. Ciò che so non spiegare. in quanto è un unicum, è costituito dal taglio della “t” della parola “litro” (vedi anche l’ingrandimento evidenziato dal punto interrogativo); dovrebbe indicare che – allora – ogni volta che si proponeva un obiettivo temeva i possibili effetti rovinosi di un eventuale fallimento. Ho visto giusto?
Avrei visto giusto solamente alla condizione che fosse “vero” il seguente fatto biografico: una volta che intraprese senza l’autorizzazione, verosimilmente fece il contrario di quanto gli fu ordinato di fare, fu severamente punita.
Che tipo di punizione subì, eventualmente?
Non lo so, ma lo sospetto, visto che ormai dei tagli della “t” sappiamo tantissimo. L’indicazione sembrerebbe confermata da altre lettere, ma si sta discutendo solamente di un’ipotesi di ricerca.
Non sono nella condizione di chiedere la conferma o meno dell’ipotesi di cui sopra.
Di quali segni grafologici morettiani si è parlato? Di Impaziente e di Ritoccata ma anche di Stentata. Perché? Me lo si chieda, no?
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Ad esempio, nella scritta “120” di quali segni grafologi e di grafica simbolizzata si potrebbe parlare? Li ometto, e passo subito all’indicazione della grafica simbolizzata (la grafologia nulla saprebbe dire, anche perché sono coinvolti i numeri, non studiati dalla stessa):
– La scrivente ci sta raccontando che quando era piccina sia mamma (il 2) sia lei (in questo contesto lo “0”) temevano papà (l’1).
La biografia della persona interessata conferma il racconto di cui sopra?
Sì lo conferma, in quanto non è raro (i segni coinvolti sono stati già testati) ed in quanto me lo ha confermato un’altra persona che ha avuto modo di conoscere direttamente i fatti.
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La nostra associazione, l’ADAS – DGS – è aperta a tutti e ad ogni tipo di dialogo e di confronto …
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Grazie.
Autore G. Angeloni – copyright – tutti i diritti riservati ©
