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Parlo come il fondatore e lo scopritore della grafica simbolizzata, ma anche come un grafologo che ha iniziato a studiare la grafologia nel 1973, possiede una laurea specifica, esercita dal 1991 nel campo delle perizie e delle analisi grafologiche, è stato un docente universitario della stessa (Esercitazioni grafologiche, per la precisione), sperimenta e ricerca da più di un ventennio, ecc.

Sono abilitato a parlare anche della grafologia, dunque.

La grafologia funziona (e si dimostrerà che è persino una scienza, secondo il concetto attuale di scienza) perché è coerente con la grafica simbolizzata.

Quest’ultima a sua volta è dimostrabile su base dimostrativa e sperimentale e su base di un principio ispirato ad un “test della verità”.

I segni della grafica simbolizzata, infatti, consentono di effettuare previsioni circostanziate, confermabili o falsificabili (cfr. K. R. Popper) dalla biografia delle persone.

Ad esempio, nel caso della scritta presentata in visione in fig., è stato possibile chiedere allo scrivente (ora cinquantenne) se quando era fanciullo avesse subito i seguenti fatti condizionanti:

1) Alla nascita è stato estratto con il forcipe o con ventosa;

2) Una caduta improvvisa dall’alto e potenzialmente pericolosa, verosimilmente dalle braccia di papà;

3) Ferite nella testa, precisamente nella calotta e nel viso;

4) Nella sua famiglia si visse positivamente l’influsso di una figura maschile, avente alto status;

5) Per lui fu molto importante una figura femminile, verosimilmente mamma;

6) Subì un lutto molto doloroso e che ricorda ancora;

7) Fu allattato con il biberon (questa indicazione non è ancora certa).

Lo scrivente ha confermato la nascita con il forcipe, la caduta dall’alto e anche l’ipotesi che fosse caduto dalle braccia di papà.

Ha confermato anche le ferite dette, la presenza di una figura autorevole, il lutto importante, nonché la figura femminile molto significativa per lui (fu una zia).

Non ha potuto confermare l’allattamento con il biberon, perché nulla sa nel merito e non ha modo di informarsi.

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Allora la grafica simbolizzata è confermabile o falsificabile nei suoi presupposti fondamentali?

Sì, è confermabile e chiunque se ne può rendere facilmente conto, fermo che è uno strumento di ricerca e che quindi non può aver capito tutto e che non può essere esente da errori. Gli errori e le ignoranze, però, sono un patrimonio comune di tutte le scienze.

Le fondamenta della grafica simbolizzata poggiano su due enti grafici, l’ellisse e il segmento di retta, i quali sono i fondativi della grafica simbolizzata.

Nel 2010 supposi che questi ultimi, essendo due opposti perfetti (esercitando una trazione lungo i poli sino al massimo consentito la prima si tramuta nel secondo e vale anche l’inverso), simbolizzassero rispettivamente l’uovo e lo spermatozoo, destinati inevitabilmente ad attrarsi: ne è nata una teoria basata sul simbolo della vita.

Le ricerche e le scoperte hanno confermato che avevamo avuto ragione (fu fortuna), in quanto simbolicamente parlando hanno dimostrato senza ombra di dubbio che:

– I due discendenti diretti dei fondativi, l’utero e il canale vaginale, hanno condizionato a livello sensoriale (un giorno le neuroscienze ci spiegheranno meglio) colui che ospitarono (il candidato scrivente), prima, e che espulsero, poi, ad avere una percezione basata su iconografie di sé, di ciò che gli ha dettato la via e dello spazio che lo circonda del tutto simili a quella dei due che potremmo definire “progenitori”;

– Si percepirono allora per come fu possibile e sempre a livello sensoriale anche le icnografie dello spazio e del tempo, del pieno e del vuoto, con le rispettive concezioni ideografiche dei neri e dei bianchi;

– Si è trattato della percezione sensoriale (senza la comprensione, della stessa: vi corrisponde ciò che poi diverrà il provare – reagire, che è un fatto immediato, istintivo, un riflesso che interessa e detta la mimica ed esclude la coscienza) di iconografie che, siamo autorizzati a supporre, inizialmente erano assimilabili ad abbozzi di pittogrammi e poi – chissà quando – si sono evolute in rappresentazioni più complete ed infine in ideogrammi. Ciò implicitamente suggerisce che i due livelli detti (il pittografico e l’ideografico) debbono essere compresenti anche nella nostra scrittura alfabetica;

– In altre parole, l’uomo è stato condizionato a leggere nei simboli grafici i due progenitori e la storia che da loro ne scaturì: ossia, se stesso e la propria storia, mamma, papà, nonno, nonna, la casa, la famiglia, l’inizio, la fine la materia, lo spirito, ecc.. ecc..

– Da considerare, che i due progenitori ci hanno condizionato a simbolizzare anche le fasi della nostra crescita, dell’assunzione del cibo, ad iniziare dalle poppate, dal rapporto con il sonno e con i sogni, ecc..

– Non solo: l’attraversamento del canale detto ci ha restituito anche la sensazione della giusta via e della lunghezza del nostro corpo e di varie parti dello stesso (attualmente, sappiamo dire di ciò che aggettava. Ad esempio, nell’ora sappiamo parlare del naso ma non delle orecchie, ecc..).

Il tutto implica che, simbolicamente parlando, noi siamo un ovale (i figli dell’ellisse) ed un segmento di retta (coloro che attraversavano il tunnel detto).

Ma vale anche l’inverso: siamo autorizzati a sostenere, infatti, che in ogni rappresentazione grafica eseguita in maniera spontanea, fosse anche un disegno geometrico, l’uomo deve necessariamente descrivere se stesso e la sua storia.

Lo diciamo a tutti, lo diciamo persino alla grafologia, alla psicologia e a tutti i professionisti eventualmente interessati.

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E allora la grafologia che cosa c’entra? Si discuteva della validità della grafologia e da questo punto di vista va detto che tutto ha avuto inizio parlando di Curva (l’ellisse) e di Angolosa (il segmento di retta). Tutto, compreso il soma, ed ogni caratteristica psichica ha la genesi simbolica in curva ed angolosa: lo diceva Moretti, sebbene su basi altre da quelle della grafica simbolizzata.

Fatto sto che saprei dimostrare che ogni segno grafologico è una conseguenza dei condizionamenti studiabili dalla grafica simbolizzata. Lo saprei dimostrare… E all’inverso, deve essere necessariamente dimostrabile.

Dunque? Se ne potrebbe parlare…

Ma non mi faccio più illusioni, ma chissà forse mi sbaglio…

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Grazie

Autore G. Angeloni – copyright – tutti i diritti riservati ©