La grafica simbolizzata dimostra ciò che costituisce il fondamento delle scienze che a vario titolo studiano le produzioni grafiche (tipo la grafologia, ma ne è coinvolta anche la psicologia là dove si avvale di test basati sui disegni). Da questo di vista è molto importante la stessa quadrettatura delle pagine o la rigatura delle stesse.
Perchè lo abbiamo dimostrato? La grafica simbolizzata si è avviata da due simboli grafici (devo ricordare come sempre che si paga un debito verso il grafologo Moretti): il segmento di retta e l’ellisse, considerato come la proiezione in piano di un ente tridimensionale. Il primo lo abbiamo chiamato spermatozzoo e il secondo uovo: fu una scommessa, lo confesso, perché altrimenti potrebbe sembrare che fui vittima di una pazzia. Ho avuto fortuna tutto qui.
Ne nacque il “simbolo della vita unanimemente concepito in questa parte del mondo”. Questo implica che il simbolo grafico spiega ogni processo che si è avviato nel prenatale e che è di interesse evolutivo dell’uomo.
All’inverso, ogni concezione umana ha una rappresentazione grafica di tipo simbolico, anche se a nostra insaputa.
Perché? Perché siamo stati predisposti a leggere già alla nascita, l’hannno provato i neurologi quattro anni fa (vedi il post del 27 gennaio, su questa pagina), ma noi l’avevamo detto — come ipotesi – nel 2009, ragionando per l’appunto su un segmento di retta e su un’ellisse.
I neurologi sostengono che fummo programmati, invece noi diciamo che tutto ci fu insegnato. Da chi? Dall’utero e dal canale vaginale. Poi tutto fu ribadito da altri insegnanti, tipo il capezzolo, mamma, papà, ecc..
Infatti, tutto è il frutto delle manipolazioni che furono agite su di noi e per noi. Ci condizionarono ed ogni condizionamento (lo hanno dimostrato gli psicologi) insegna e ci obbliga a ripetere a parti invertite ciò che ci fu insegnato.
Come abbiamo appreso a leggere? Abbiamo appreso su base pittografica, e non é un caso che, per l’appunto, il primo tipo di scrittura è stato un pittogramma. Dimostriamo a tutti che questa capacità di leggere i pittogrami e l’evoluzione ideografica degli stessi è rimasta in noi, anche se non ne siamo consapevoli. Sappiamo leggere ogni simbolo grafico, persino gli scarabocchi che corredano la “fima” di Fedez (non ne parlo perché non ho potuto studiare altri esempi, ma sono sicuro che coinvolgano il racconto simbolico del dopo fine rigo, conosciuto anche in grafologia).
Tutto si basa sulla sperimentazione e le interviste degli scriventi. A tale proposito, ecco la conversazione che ho intrattenuto con la signora che ha scritto il cruciverba riprodotto in figura.
Mi scrive:
“Buongiorno, avrei una domanda da farle, se posso: da un po’ di tempo, se scrivo in stampatello ( sui cruciverba, perché di solito uso il corsivo), mi accorgo che non riesco a completare la i, anzi, spesso la accenno appena, per poi ripassarla. Dal punto di vista della sua disciplina, può dirmi che significato potrebbe avere? La ringrazio molto della risposta, se vorrà darmela”.
Per me è ricerca, quindi rispondo sempre volentieri a ogni tipo di domanda.
Innanzitutto le invio quella scritta “GIN” (notare la I che è molto svilita, ossia è “addolarata e insicura” in quanto non poggia sul rigo del suolo, come evidenziano le spezzate blu) e poi Le chiedo:
– Ha dolore al piede e/o alla gamba?
Mi risponde:
Provo dolore sia al piede sia alla gamba.
Al che le spiego:
I problemi sono due:
- La I è un posizionarsi sul rigo del suolo e dunque ecco spiegato la ragione del fatto che sia sospesa, in altre parole che non tocchi il rigo del suolo. Qui preciso che l’asta è piccina, perché nel caso contrario avrebbe toccato il rigo del suolo e si sarebbe “provato dolore”…
- l’altro aspetto e il foglio quadrettato: è una galera l’insieme ti sugegrisce che sei prigioniera e senza possibilità di scappare…
La risposta della scrivente è stata:
Analisi perfetta, in questo momento mi sento proprio così, senza via d’uscita.
Naturalmente ho ringraziato e le ho chiesto il permesso di pubblicare questo post.
Dunque, la lettura “pittografica” e “ideografica” ha coinvolto sia la rigatura orizzontale, per il rigo di base, sia la forma quadrettata, che suggerisce le sbarre di una galera.
Non era difficile (infatti, chiunque può apprendere).
Chi le insegnò? Il primo insegnante fu Il canale vaginale, se non chi altri? Tutti, infatti, chi più chi meno quando lo attraversammo abbiamo subito la sensazione dell’incastramento…
Grazie.
Autore G. Angeloni – copyright – tutti i diritti riservati ©