Dalla “L” alla “I”. In questo articolo si parlerà della “T”, perché?
È stato supposto che la simbolizzazione remota (quella di genesi che interessa un bimbetto) dell’asta inizi con la lettera “L” e si sta anche supponendo che l’ultima simbolizzazione avvenga nella “I” (lettera “i”), nel bambino grandicello: ovviamente, si è consapevoli che si tratta di teorie non direttamente dimostrabili e che con alta probabilità sono indimostrabili.
Ci basta che “funzionino”, ossia che consentano di scoprire.
Ciò nonostante c’è una logica: lo stampatello può giungere a piena maturazione simbolica solo a partire da quando il bimbo (a quale età?) simbolizza il concetto del “tempo passato, del tempo presente, e del tempo che verrà, con il primo che è della stessa durata del secondo” e del “tetto del cielo non oltrepassabile”. Il tutto è nella “T”.
Nello stampatello, grazie a questa lettera (ma si dovrebbe anche pensare alla “Q”, che sarà simbolizzata nella madre che genera un figlio, e alla “Z”, che sarà simbolizzata come la lettera della fine del tutto, ossia della vita individuale), infatti, si simbolizza un concetto di “eterno” che interessa la sola realtà immanente (nel corsivo, invece, l’eterno è un concetto che interessa il trascendente).
Tutto ciò richiede che subentrino nel campo nonno e nonna e queste due simbolizzazioni vogliono l’angolo acuto effettivamente ripassato: se ne parlerà nel prossimo e conclusivo post.
Un eterno, dunque, basato sul rinnovo incessante delle generazioni e regolato, secondo il modello, dalle leggi degli uomini.
Si vedrà, tuttavia, nella “T”, soprattutto, che lo scrivente anche quando scrive con lo stampatello maiuscolo dimostra di “sapere” che esiste un eterno secondo il trascendente. Un eterno che guida il cammino, addirittura.
La “T”
Descrizione sommaria dell’iconografia
La “T” ha due costitutivi, accostati: l’asta e il distanziamento orizzontale, che in questo caso è meglio definire sbarramento, che il modello vuole accostati. Tuttavia, nella “T” assumono rilievo i costitutivi funzionali, cosicché forse è opportuno indicare la corretta esecuzione di questa lettera, nel modo che segue:
1) Tracciamento dell’asta, dal limite superiore della fascia e limite inferiore della stessa;
2) Moto aereo triangolato;
3) Tracciamento dello sbarramento orizzontale, perfettamente accostata all’asta (non deve intersecarla e tanto meno si deve distanziare in alto, seppur di poco, dalla stessa).
Le caratteristiche che deve avere lo sbarramento sono le seguenti:
4) Deve essere perfettamente orizzontale, ossia deve essere parallelo al rigo del suolo (in figura, vedi il verde) che coincide con il limite inferiore della fascia dello stampatello maiuscolo;
5) La parte dello sbarramento che è sinistra dell’asta deve essere di uguale lunghezza della parte destra.
Di conseguenza, la “T” è pressappoco inscrivibile in un triangolo equilatero, avente la base posizionata sullo sbarramento orizzontale.

Opposti
Oltre alla “I”, la “T” ha opposti nella “L” e in tutte le lettere che prevedono l’angolo triangolato di tipo ideale (H ed A), ma anche nel triangolo equilatero (del quale ormai se ne conosce il racconto simbolico).
EVOLUZIONE ADULTA PER EFFETTO DELLE PROVOCAZIONI DIDATTICHE
Il modello della “T” non dovrebbe subire modificazioni, il che implica che, nella manoscrittura, ogni differenza con il modello indica uno specifico evento condizionante.
Racconti
DEL SIMBOLO E ADULTO
Il racconto simbolico lo si deduce con facilità dai tre costitutivi: nessuno è (il qui ed ora, rappresentato dall’asta), o è stato (la parte dello sbarramento a sinistra dell’asta), o sarà (la parte dello sbarramento a destra dell’asta) superiore alla legge (l’asta). Il che implica che la legge è uguale per tutti (vale anche per il giudice, in quanto anche lui è un cittadino).
DELLA SIMBOLIZZAZIONE E DI GENESI
Sulla simbolizzazione remota si possono fare solo ipotesi. Ci si chiede, un cucciolo potrebbe intravedere nello sbarramento orizzontale un tetto? La risposta sembra negativa, in quanto nella “T”, al contrario della “L” non esiste la linea della terra ed in quanto un tetto per un cucciolo appare una meta irraggiungibile e lontanissima: lo si è scoperto nella “P” (fig. 12): si comprende, dunque, dell’”unità di misura” della figura “papà”, in quanto nemmeno papà tocca il tetto e, tanto meno, tocca il cielo.

A questo punto, si dovrebbe comprendere la ragione che ci ha indotto a sostenere che nello sviluppo evolutivo dell’asta ci siano le seguenti lettere: la L, la “H”, la “E” e solo in penultima posizione la “T” (nell’ultima posizione, è la “P”).
Di conseguenza, la “T” si riferisce ad un bambino abbastanza grandicello che non ha più bisogno del sostegno del rigo del suolo, che ormai ha acquisito che la sua massima statura raggiungibile è quella di papà (in quanto ciò è consentito da mamma).
Nella simbolizzazione, quindi, nell’asta della “T” è posizionato papà, ma rispetto alla “E” e alle lettere viste in precedenza, subentrano il qui ed ora, il passato ed il presente, ai quali, progressivamente, si associano i racconti trasmigrati relativi all’eterno secondo lo stampatello, dei quali si è già parlato in apertura.
In ultimo, la “T” può essere simbolizzata anche in una bilancia: nell’esempio di fig. 13, ad esempio, che si riferisce allo schema tipico di una “T” manoscritta, il passato (ossia gli eventi condizionanti) è avvertito come un fardello del quale non ci si riesce a liberare, se non proiettandosi nella via di fuga, costituita dalla fantasia compensativa.
Come è stato provato
Si sono scoperti i segni di chi:
- Ha subito anzitempo la venuta meno della figura di sostegno (se papà risulta svilito, il che lo si vede nella “P”, allora tale figura è nonno) – Ha nel proprio passato un fardello pesante – Avverte che lassù qualcuno gli guida il cammino.
- Gli scriventi intervistati hanno confermato.
Doverosamente, va detto che ci sono molti aspetti della “T” che meritano approfondimenti.
Per chi ne volesse sapere di più, eventualmente scrivere a guido.angeloni@gmail.com
grazie
Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A. Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)
*(Per la parte attinente la grafica simbolizzata).