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Le aste, l’asta della “t” apparente e il punto di vista della grafica simbolizzata (I parte)

(Buon anno a tutti i lettori e alle loro famiglie)
Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A. Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)

*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata)

DEFINIZIONI

Il concetto di “asta della t apparente” è tratto dall’articolo di Iride Conficoni*, “Le aste letterali in grafologia. Alcune riflessioni sull’età evolutiva”, pubblicato su Scrittura 178, gennaio-giugno 2018.

L’autrice redige un ottimo saggio sui segni grafologici basati sulle ASTE LETTERALI in età evolutiva: Aste rette (in fig. 3, l’esempio a), Aste concave destra (in fig. 3, b) e Aste concave a sinistra (in fig. 3, c).

Come è noto, alle Aste rette si riferisce la fermezza, alle Aste concave a destra la remissività e alle Aste concave a sinistra la chiusura diffidente e repulsiva.

L’ASTA APPARENTE, secondo l’autrice, si riferisce alla conformazione che simula la “t” (cfr. le figg.1 e 2): si può notare che il gesto che dovrebbe dare vita all’asta si avvia dal basso (osserva l’arco rosso, che appartiene alla mia grafica). In altre parole, queste conformazioni “simulano” una “t” corsiva minuscola, in quanto non hanno l’asta. Di conseguenza, nelle figg. 1,2,4, e 5 le “t” non appartengono alle aste concave a sinistra, né ad alcun altro tipo di segno noto (sinora). Eppure quelle SALITE IMPROPRIE e non autorizzate debbono necessariamente avere un senso sia di grafica simbolizzata sia di grafologia, posto che lo si voglia.

Dunque, nelle figg. 1 e 2, invece di una DISCESA (è un moto dall’alto al basso, ossia vi corrisponde anche l’asta) si ha una SALITA (alle salite corrispondono i cosiddetti filetti di collegamento, ma anche taluni costitutivi delle lettere stampatello, tipo l’ultimo engramma della “N”), alla quale sono accostate, talora in maniera molto maldestra, due completamenti, uno, nel basso, a simulare il CONCAVO BASALE (indicato in figura con il n. 2) e l’altro, nell’alto, a simulare il TAGLIO (indicato in fig. con il n. 3).

Per le esigenze della grafica simbolizzata, il termine di “LETTERA “t” SIMULATA” è nettamente da preferire a quello di “asta della t apparente”, in quanto, come si è visto, la simulazione (va intesa secondo un’intenzionalità “furbesca” e sostanzialmente innocente di tipo infantile) coinvolge tutto il modello letterale, non solo l’asta.

Che poi si tratti di “simulazione” è testimoniato dal fatto che il fenomeno può passare inosservato, in quanto la conformazione interessata, quando è bene eseguita, può essere scambiata per una “t” vera e propria (osserva ad esempio la fig.4, che può ingannare anche l‘occhio dell’esperto, qualora si limitasse ad un’osservazione superficiale).

LA DIFFUSIONE DEL FENOMENO


Secondo la Conficoni il fenomeno in osservazione lo si è iniziato ad osservare pressappoco dagli anni 2000 e sarebbe abbastanza diffuso sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria; da questo punto di vista, nel campione dei bambini dell’hinterland milanese che stiamo studiando (bambini dalla I elementare alla III media inferiore), la “t” simulata è presente nel 13,21% del campione dei bambini delle elementari e nel 6,81% del campione dei bambini delle medie inferiori.

Il dato di cui sopra può essere un po’ disaggregato.

Solo una sezione delle elementari ha prodotto saggi grafici in corsivo. Dei bambini interessati, ben quattro (dei quali due di origini arabe) su un totale di diciassette (vi corrisponde il 23,53%) simulano la lettera “t”, il che francamente è un’esagerazione. Molto verosimilmente, il fenomeno è dovuto a meccanismi di tipo imitativo: in pratica, taluni bambini potrebbero imitare la forma prodotta da un compagnuccio di scuola. Con la crescita, i bambini potrebbero abbandonare queste forme infantili (tali sono, infatti), tanto è vero che la presente ipotesi parrebbe giustificare la differenza di diffusione del fenomeno tra i campioni delle elementari e delle medie, con il primo (13,21%) che è all’incirca il doppio del secondo (6,81%). E’ lecito immaginare che nelle scuole medie superiori il fenomeno sia ancora meno diffuso? Attualmente non lo si sa, ma la diminuzione potrebbe essere ragionevole.

LE INDICAZIONI GRAFOLOGICHE

La Conficoni scrive:
“Di fatto un tale comportamento grafico, peraltro riscontrabile a diversi livelli di età (……), appare indicativo della permanenza dello stato infantile nonostante il passare degli anni, una sorta di disimpegno per restare in una specie di limbo con l’incapacità di assumere chiare e precise responsabilità personali, il che incide sulla stessa possibilità di programmare e di organizzare con chiarezza il proprio destino e la propria vita”.

Si può concordare, beninteso fermo che sto ragionando come un grafologo che ha appreso la lezione della grafica simbolizzata?
In ambito grafologico sì può concordare, ma sarebbe auspicabile che si ampliasse almeno di un po’ il campo dell’osservazione. Infatti, sul piano critico, l’articolo di Iride Conficoni è pienamente condividibile se si resta nel solco della sola grafologia, ma emerge immediatamente che nel suo ragionamento c’è un salto di registro (non avrebbe potuto fare altrimenti, però): un conto è parlare delle aste (nel corsivo minuscolo, ne sono coinvolti i costitutivi delle lettere: “l”, “t”, “h”, “g”; “p”, “q” e “f”), un conto è parlare della “t”, oppure della “f”, o della “q”, ecc.. ecc…

Insomma, nell’ottica della grafica simbolizzata, riferire alle aste il solo concetto di fermezza (se rette, ovviamente) è un errore per difetto, cosicché, anche per questo motivo, sarebbe forse opportuno introdurre pure in grafologia il concetto di DISCESA (e logicamente anche quello della SALITA), differenziandolo da quello dell’ASTA.

UNA PUNTUALIZZAZIONE DI FERMINO GIACOMETTI**


Iride Conficoni informa che le sue riflessioni sono state condivise da “…. Fermino Giacometti, presidente dell’Istituto Grafologico Internazionale Girolamo Moretti, il quale ha rilevato, tra l’altro, come tanti comportamenti antisociali posti in essere da adolescenti o giovani siano descritti dagli stessi protagonisti alla stregua di “scherzo finito male”, o come “voglia di fare qualcosa a prescindere dalle responsabilità che ne possono derivare”, o come “intenzioni non malevoli” che hanno prodotto comportamenti aberranti. Tutto ciò evidenzia una vera e propria mancanza della percezione delle conseguenze delle proprie azioni”.

Riassumendo, sul piano delle indicazioni si avrebbero (si tratta di ipotesi):

  • “disimpegno per restare in una specie di limbo con l’incapacità di assumere chiare e precise responsabilità personali”;
  • “una vera e propria mancanza della percezione delle conseguenze delle proprie azioni”.

Ma di quali azioni di responsabilità si starebbe parlando? Quali sono le azioni di responsabilità che interessano le “t”? La grafologia non sa rispondere a tale domanda, semplicemente in quanto non ha compreso la genesi delle aste e delle singole lettere.

Ad esempio, ormai si sa che l’asta retta esagerata delle “t”, se è priva del concavo basale, esprime una caduta (e altro similare) patita in età infantile, l’asta concava a sinistra della “l” esprime una ferita del corpo sempre patita in età infantile, mentre l’asta concava a destra nella “t” o nella “l” (se esagerata) esprime una carenza affettiva sempre patita in età infantile (non a caso si sono omesse le aste delle altre lettere interessate).

Per quanto riguarda il costitutivo più specifico della “t”, che è costituito dal taglio, quale è l’assunzione di responsabilità che dovrebbe essere agita dalla “t”?
Ancora una volta la grafologia non sa rispondere, in quanto nei confronti della fig.6, nella quale sono omessi i tagli della “t” (la parola interessata è “gatto” – da segnalare che l’esempio costituisce l’unico campione di omissione del taglio), si limiterebbe ad indicare il segno Impaziente, al quale fa corrispondere il significato di impazienza, fretta, ecc.. Troppo poco, davvero e lo dico da grafologo.


QUALI SONO IL SIGNIFICATO E L’EPISODIO STIMOLO CONDIZIONANTE?


La grafica simbolizzata non è direttamente interessata al SIGNIFICATO, ma all’EPISODIO STIMOLO CONDIZIONANTE: il primo, infatti, è considerato una conseguenza del secondo. Nell’esempio dell’asta retta, intesa come frutto di una caduta dall’alto al basso, i significati della fermezza e dell’aderenza ad un Super Io rigido (eccesso del senso del dovere) che la grafologia individua in una tale conformazione non è altro che la trasmigrazione di un’azione condizionante subita come irreversibile ed incontrastabile.

Dunque, nel caso della “t” simulata, quali sono l’episodio stimolo condizionante e il significato?

Nel prossimo post avanzerò le ipotesi che nell’ambito dell’AIDAS – DGS sottoporremo a verifica e collaudo.

Grazie

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  • Mi onoro di essere stato un suo allievo, a partire dal lontano 1984-1985.
    ** Mi onoro di essere stato un suo allievo.

Nutro per entrambi tantissimo affetto e moltissima gratitudine…..

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