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La simbolizzazione dell’asta nello stampatello. I

Le aste dello stampatello

Le aste dello stampatello hanno a base la lettera “i” che, nel racconto adulto, se si ragiona secondo quanto voluto dal modello, è destinata a raccontare la sensazione di importanza che lo scrivente ha di se stesso. 

Ma cos’è l’asta, dal punto di vista di un bimbetto che apprende a scriverla per imitazione, nelle lettere coinvolte (oltre alla “I”, le seguenti: “B”, “D”, “E”, “F”, “H”, “L”, “M”, “N”, “P” e “T”)?

Premessa: la simbolizzazione

Si stanno osservando i fatti simbolici dal punto di vista della simbolizzazione che potrebbe operare un bimbetto che sta apprendendo a scrivere per imitazione le lettere dello stampatello basate sulle aste: ciò che segue costituisce un’ipotesi teorica che allo stato è confermata dalle scoperte effettuate nelle lettere manoscritte.  

Il punto di partenza è il seguente: la grafica simbolizzata ha scoperto che la simbolizzazione – il leggersi ed il raccontarsi nelle lettere manoscritte – è un processo ineludibile, ossia è un inevitabile. Lo è in quanto il simbolo è un prodotto dell’uomo, che ha avuto bisogno di associare ad un ente che gli preesisteva (tipo, il cielo, la terra e così via) un senso, altrimenti non sarebbe stato in grado di definire se stesso. 

Se esiste un simbolo condiviso da una collettività, tuttavia, lo si deve al fatto che ogni individuo umano ha subito le medesime provocazioni-stimolo fondamentali (il prenatale, l’atto della nascita, l’incontro con il capezzolo, la scoperta di mamma e poi di papà, la conquista del suolo e poi della postura eretta, e così via), cosicché il simbolo è frutto delle simbolizzazioni individuali, il modo poi nel quale queste simbolizzazioni dei singoli si siano tramutati in simboli collettivi storicizzati non lo deve spiegare la grafica simbolizzata. 

Da mamma e papà, a nonna ed a nonno

A propria volta, il definire se stesso, per la parte che interessa la grafica simbolizzata e se si parte dalla simbolizzazione di un bimbo, comporta individuare nelle forme grafiche mamma e poi papà, in quanto senza di loro lui non sarebbe esistito: tutto ciò era già stato compreso nel corsivo. 

Potremmo dire che il corsivo maiuscolo costituisce le operazioni manipolative (basate sulla dolcezza direttiva e protettiva) che mamma, prima, e papà poi, agiscono sul e per il cucciolo. 

La novità introdotta dallo stampatello è questa: il bimbetto apprende che lui ha una storia, in quanto anche papà e mamma hanno avuto un papà ed una mamma, che preesistevano ad entrambi. 

Per l’appunto, lo stampatello racconta nonno, nonna, papà e mamma, e talora il patriarca, il cucciolo e il bimbetto che fu lo scrivente. Insomma, la straordinaria novità è questa:

E’ un nipote piccolino – il cucciolo e il bimbetto che furono colui che legge scrivendo (lo scrivente) – che raccontano nonno e nonna e i rapporti tra loro e papà e mamma ed anche con lui.  

relazione esogena “Pippo”

Come è stato provato

Se ne ha la prova in quanto si scopre, ad esempio, che se nonno ha perso un figlio, allora ne subiscono un contraccolpo emotivo il fratello o la sorella del figlio di nonno, vale a dire papà o mamma. 

Il punto è che tale contraccolpo emotivo, in quanto subito da mamma o da papà, è subito anche dal cucciolo o dal bimbetto che racconta leggendo e scrivendo. 

Ciò è stato provato con queste interviste basate sulla previsione (ometto le previsioni che interessano la “A”, perché questa lettera non ha aste):

a) Mi risulta che nonno ha perso un figlio, lo conferma?

b) Mi risulta che lei non ha conosciuto nonno (lo scrivente della seconda figura), lo conferma?;

c) Mi risulta che lei ha subito la perdita di nonno quando era piccolina (prima figura), lo conferma? 

Gli scriventi hanno confermato.

Lettera P disfunzionale nella stringa "Pippo"

Il mandato generazionale

Naturalmente, sappiamo anche dire se nonno o nonna fossero rigidi, se avessero un alto status, se puntavano alla distinzione, se fossero dolci con il cucciolo che fu lo scrivente, e così via (naturalmente, la ricerca deve ancora scoprire molto). 

Nel complesso, dunque, si ha una trasmigrazione di quello che altri chiamano il mandato generazionale, ma che non è di interesse della grafica simbolizzata (è di interesse degli psicoterapeuti e degli educatori, ivi compresi i grafologi, soci dell’AIDAS-DGS). 

Segue.


Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A. Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)

*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata).

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