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“uomo girino” come provocazione-stimolo

La genesi insopprimibile di ogni lettera… (prime riflessioni)

Si sta ideando un protocollo di ricerca – da condurre in collaborazione con centri universitari (posto che sia approvato) – sul morbo di  Crohn, il quale, come si sa, è una patologia ulcerosa che coinvolge l’intero apparato digerente.

Si ipotizza che la lettera maggiormente rappresentativa sia la “f” manoscritta, avente una conformazione particolarmente sofferente in tutti i costitutivi (nell’asola superiore, nell’asta o discesa, e, soprattutto, nell’asola inferiore). 

Tuttavia, nelle ricerche precedenti, sinora sono stati raccolti solo due campioni di grafie di soggetti aventi tale morbo ma, invece, si dispone di numerose grafie di scriventi che hanno subito traumi di altra natura.

Tra questi ho deciso di studiare le “ferite del capo” (termine generico con il quale includo anche gli incidenti molto dolorosi e spesso infantili, che allora allarmarono molto, in quanto potenzialmente pericolosi, ma che poi si sono risolti per il meglio, con qualche ammaccatura, oppure, al più, con una piccola cicatrice).  

Quanto segue, dunque, è il frutto di una ricerca che sto eseguendo sul tema le ferite del capo. 

Ormai dovrei essere ragionevolmente sicuro (le conferme sono tante), sebbene la prudenza mi obblighi ancora ad essere cauto: dovremmo sapere dire se una persona ha subito in età molto precoce una ferita nella fronte, nella calotta, nella nuca, nel mento, nella dentatura e nella zona degli occhi. 

Tra gli esempi in figura, tuttavia, sono rappresentate conformazioni per traumi subiti in età adulta (in un caso, la persona interessata ha subito un ictus, che le ha provocato un’importante disabilità). 

Come è stato possibile? 

Si sta discutendo sulla genesi remota: se per la grafica simbolizzata il soggetto è la lettera manoscritta, e se quest’ultima è una risposta ad una determinata provocazione-stimolo, allora qual è la lettera vergata per prima da tutti quanti, in ogni latitudine del mondo e (verosimilmente) in ogni epoca?

Si sta discutendo dell’oggetto ed è noto che l’oggetto, nella grafica simbolizzata, è la lettera del modello.

L’uomo detto “girino” è una produzione spontanea di ogni bimbo – si tratta di un universale che inizia a manifestarsi intorno ai tre anni, poi seguirà l’omino “testone” o “cefalopode”: il tutto è studiato dalla psicologia e, almeno attualmente, non è oggetto della grafica simbolizzata.

Ci interessa ragionare da un altro punto di vista: l’omino girino si distingue dallo scarabocchio in quanto, al contrario di quest’ultimo, è scrittura perché si può leggere. Tutti, infatti, leggiamo: testa, faccia, occhi, bocca, braccia, mani e gambe. 

Uno scarabocchio infantile

Dunque, per la grafica simbolizzata l’omino in questione è lettera ed è la genesi di tutte le lettere. 

Da chi ha appreso il bambino? Chi è stato il primo maestro del bambino?

Siamo obbligati a rispondere su base di grafica simbolizzata. Evidentemente, l’ho già scritto nei post precedenti, il maestro fu l’ente tridimensionale che lo inglobava e che poi, quando egli giunse al massimo dell’espansione che allora gli fu possibile, lo espulse, condizionandolo, però, nell’alto, nel basso, nella destra, nella sinistra, e nell’avanti e nel dietro. Quell’ente inculcò il primo abbozzo dell’idea del fatto che  si possiede un corpo tridimensionale, che necessita di essere inglobato e di inglobare.

Modello della lettera uomo-girino
Il modello dell’uomo-girino

Dunque, che cosa ci suggerisce la lettera del modello detto dell’uomo girino (la schematizzazione verde)? Va studiato, perché si scoprirà che anche lui è un universo. Prima o poi lo si studierà, ma in questo momento interessava pervenire alla conclusione della quale parlo a seguire.

Esempio manoscritto della lettera uomo-girino
Manoscrittura dell’uomo-girino

L’omino girino è frutto delle esperienze innate e del condizionamento subito alla nascita, poi, con il tutto ribadito a parti invertite nei primissimi mesi di vita.

Concepito in questo modo, l’omino detto prova la fondatezza della grafica simbolizzata, là dove sostiene che il simbolismo spaziale tridimensionale è un innato, ribadito a parti invertite, e là dove sostiene che, per conseguenza del tutto, il bisogno di rappresentare e di auto rappresentarsi, ossia di raccontare e di raccontarsi, attraverso la grafica simbolizzata, detta lettera, è un insopprimibile. 

Ciò implica, allora, che la lettera è la sede espressiva del tutto, ivi compreso del corpo: a suo modo lo aveva già detto il grafologo Girolamo Moretti, ma su basi potremmo dire sensitive. 

Si trattava di provarlo e lo si sta provando, ma si necessiterebbe della collaborazione di tanti. In questo momento, come è giusto che sia, sto conducendo queste prime osservazioni in autonomia (sono un pioniere, insomma), ma presto saremo in tanti, nell’AIDAS-DGS. 

Grazie. 

Chi ne volesse sapere di più, può scrivere sulla mia chat privata.

Per informazioni sul come associarsi all’AIDAS-DGS, invece, scrivere a info@vigliottiangelo.it


Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A.Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)

*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata)

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