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La provocazione-stimolo: “g” minuscola corsiva

Dopo la parentesi relativa al tema del “Come si prova nella perizia grafica?”, che mi ha portato a trattare i “Diari di Mussolini, veri o presunti”, in quanto costituiscono una forte provocazione, che ci obbliga a riflettere (1), riprendo il tema della provocazione-stimolo delle lettere del corsivo minuscolo. 

Parlerò della “g” (per le altre lettere, impostare sul pulsante della ricerca la dicitura  “la provocazione-stimolo della lettera”).

Nella genesi remota (è il racconto della lettera secondo il punto di vista del cucciolo che fu ogni scrivente), la lettera “g” (maiuscola e minuscola) ha la propria genesi nell’allattamento, poi si tramuterà nell’istinto sessuale ed infine nel bisogno della maternità e della paternità consapevoli.

Siamo sicuri che la “g” sia la lettera dell’allattamento? Sì, ne siamo sicuri, in quanto l’esperienza che visse colui che legge scrivendo (lo scrivente) quando era cucciolo, è registrata nella sua “g”: le conferme sono innumerevoli.

In alcuni specifici casi, addirittura, nel caso delle madri, sempre nella “g” sappiamo dire se la persona interessata ha potuto allattare o meno. Dunque, la “g” è una lettera importantissima, nei termini della convalida scientifica della grafica simbolizzata.

Di conseguenza, questo post non potrà essere breve (tutta l’esposizione che segue è grafica simbolizzata, in quanto è desunto su base di un ragionamento che si avvale di sue procedure, basate sul simbolismo spaziale di tipo relazionale (2), e consiste in una discussione dimostrativa (Tratta da G.Angeloni, Iconografia ed iconologia del corsivo italiano). 

Gli schemi spaziali dell’allattamento. La scoperta di mamma

QUANDO COLUI CHE DIVENTERÀ SCRIVENTE INCONTRA MAMMA?

Si deve supporre che il cucciolo, prima di incontrare mamma, scopra un ente che ingloba in se stesso il capezzolo, la mammella, il cibo e l’abbraccio: prima insorgono tutte le proprietà che corredano la maternità, che peraltro sono condivise da tutti i mammiferi. Solo in un secondo momento, questo corpo materno acquisisce lo status del nome appropriato: mamma. 

Naturalmente, la maternità non si esaurisce nel donare la propria vita (il latte) alla vita del cucciolo, in quanto il presupposto fondamentale della stessa è il bisogno (secondo il modello, insopprimibile) di generare una vita, facendola germogliare dentro di sé.

Quando si ricompongono in un unicum le funzioni della maternità?

Secondo la grafica simbolizzata, in primis, dopo che il cucciolo riuscirà a differenziare il corpo che lo alimentava e che lo inglobava dall’insieme più complesso di “mamma”. Secondariamente, nel momento in cui alla poppata subentrano le pappette.

Le funzioni di mamma, che da ora in poi chiameremo materne (si distingue, la maternità e il materno), naturalmente non si esauriscono nella sola somministrazione del cibo, ma si sta ragionando in coerenza con la lettera che ha la propria genesi nella maternità che nutre al seno il cucciolo. Prima di procedere,  però, è necessario dire che l’insorgenza di mamma favorisce la progressiva comparsa di papà. Solo quando papà sarà stabilmente presente, il concetto di mamma va ad assumere la sua vera identità. L’unione poi tra mamma e papà restituirà, a propria volta, il concetto simbolizzato della maternità e di un nuovo, la paternità. In altre parole, si scopre la paternità in quanto in precedenza è stato possibile scoprire la maternità.

Si noti nei ragionamenti di cui sopra lo schema da un qui ed ora, al passato e poi al futuro: seguendo il nostro ragionamento, il futuro è papà. Anche il concetto di papà va suddiviso nella paternità e nel paterno, in analogia speculare per quando distinto e differenziato in mamma. Nella discussione che segue, interessa il concetto di paternità, ovvero, intesa come riflessione sulla scelta del papà che mamma ha fatto.

TORNIAMO AL QUI ED ORA, OSSIA,  ALLE LETTERE DEL MODELLO DEL PRESCRIVENTE DELLE ELEMENTARI (3): IN QUALE LETTERA SI RINVIENE IL NUTRIMENTO TRAMITE POPPATA? 

Dunque, con questa domanda ci si sta interrogando sul futuro prossimo della lettera interessata. Nel futuro più remoto di tale lettera, infatti, ci sarà il bisogno di procreare, ossia l’insorgere della maternità e della paternità.

Ma ora si è nel qui ed ora e il qui ed ora è la lettera del modello del prescrivente delle elementari: si deve tornare nel passato, ma in quale passato? 

Se parliamo di un passato che si declinava in costitutivi (si sta parlando di lettere e le lettere hanno dei costitutivi), allora si devono intendere questi ultimi come gli attributi, ossia gli oggetti, che corredavano la maternità dal punto di vista di un cucciolo affamato. Se si volesse dare una rappresentazione in piano di tali oggetti, si potrebbe avere lo schema della figura 18.

In fig.18 sono rappresentati tre enti accostati, due rossi che designano l’oggetto (da sinistra a destra, l’ente mammella e l’ente capezzolo), uno blu che designa il soggetto. I tre sono accostati (ossia non collegati) in quanto l’uno, l’ellisse blu, è obbligato a fare riferimento al passato, gli altri due, invece, sono obbligati ad andare verso il futuro, ossia verso il soggetto, inglobandolo virtualmente.

In pratica, la figura rappresenta un virtuale fermo immagine dell’atto in cui l’oggetto (mammella e capezzolo) si accosta alla bocca del soggetto, e quest’ultimo che non ha ancora ben distinto l’unicità dell’oggetto e che non ha ancora scoperto il corpo materno.

Lo schema di fig.18 e la postura eretta

Allo schema di fig.18  corrisponde solo la “g” del modello del prescrivente.  

La lettera però non è “sdraiata” lungo la dimensione sinistra-destra, ma è perpendicolare alla linea del suolo. Come si spiega ciò? Nel qui ed ora, lo si è detto, si è nell’epoca del prescrivente delle elementari, e costui ha già acquisito, sebbene non nel modo maturo della simbolizzazione che avverrà in seguito, la posizione eretta. Vale a dire che la “g” è il punto di vista del qui ed ora di un processo che avvenne in orizzontale, da sinistra a destra

In effetti, si osservi in fig.19 che l’insieme prima definito, se ruotato in senso antiorario di 90,° non è altro che la “g”, per come nel qui ed ora la può intendere il prescrivente delle elementari.

Il destino dell’ellisse blu. Le funzioni dell’isola e dell’ovale

Per procedere, ci si deve interrogare sul destino dell’ellisse blu (simbolicamente, il cucciolo) della figura precedente. Questo destino lo si conosce già: si anniderà nell’ovale e nell’asola. Si ha lo schema della fig.20 e tale schema ci ha portato nel qui ed ora, ossia nella lettera del modello del prescrivente delle elementari.

Tutto ciò che appartiene al perimetro è l’oggetto inglobante (al solito indicato con il rosso), tutto ciò che è nel bianco è il candidato scrivente delle elementari. Un candidato scrivente che non ha ancora riportato ad uno la “g”, in quanto l’ovale e l’asta sono accostate, ovvero prive di collegamento effettivo. Nella fase dello scrivente ci dobbiamo aspettare che ovale ed asta corredata di asola restino accostati? Ovviamente no: tutto il perimetro è, nella genesi, il corpo di chi allattò ed inglobò nell’abbraccio, ovvero di chi esercitò la seconda ed ultima funzione della maternità (la prima fu il generare), quando terminerà questa fase, la maternità si trasformerà in mamma, ossia nello spirito e nella funzione materna.

Perché la G maiuscola del corsivo ha una zona inferiore?

Sono stati elencati tutti i costitutivi della “g” del modello dello scrivente, tranne uno, quello indicato con il n.6 (il puntello). Di quest’ultimo costitutivo si parlerà tra poco, ma intanto si vuol far notare un fatto che potrebbe apparire curioso: tutte le lettere maiuscole sono prive della parte inferiore, tranne la “g” (fig.21). Come mai? 

il modello della G

Si dovrebbe parlare della differenza tra maiuscole e minuscole, per ora si tralascia, e si passa subito al senso di questa lettera. La “g” maiuscola è una maternità, ossia un allattamento, che si esercita in pubblico. In effetti, i cuccioli sono allattati anche in pubblico, ossia alla luce del giorno e nei luoghi pubblici. Nello schema della “g” maiuscola del prescrivente delle elementari, il cucciolo si avvertirà inglobato nel corpo protettivo di mamma (tutto il perimento), mentre l’asola inferiore serve a ricordare che lì ci fu il latte.

In che cosa trasmigrerà il “latte” nella “g” minuscola e nella “g” maiuscola? Se ne parlerà nella parte dedicata alla “g”, nel prossimo capitolo.

Tuttavia nell’ultima figura (fig.21) si sono scoperti altri due oggetti: un filetto, indicato con 1), e l’asola superiore, indicata con 2): che cosa significano? Se ne parlerà  in  questo  paragrafo  e nei prossimi. 

Insorge una domanda: se la “G” è un allattare in pieno giorno e in pubblico, perché allora l’asola scende sotto il rigo, ovvero nella zona del buio? Per l’ora si può rispondere con un’altra domanda: chi l’ha detto che le tappe di una giornata del cucciolo siano scandite dalla luce e dal buio? In realtà sono scandite dallo stato di veglia e dallo stato di sonno: ritorneremo su questo concetto in seguito. 

Il puntello, funzione e destino. La lettera “A” del corsivo minuscolo.

E’ rimasta in sospeso la spiegazione della funzione esercitata dal tratto diagonale accostato che in precedenza, nella fig.20, si è distinto con il n.6. Per parlare del ruolo esercitato da questo gesto, chiamato puntello, conviene parlare della “a”, in quanto anche questa lettera ha un gesto simile, secondo un modo di ragionare che parte da destra (posto come qui ed ora) e si avvia a sinistra, per poi ipotizzare il futuro, costituito dalla lettera “a” del modello dello scrivente. Se ne ha lo schema spaziale della fig.22.

. In 1) il prescrivente è inglobato in un perimetro concavo (detto concavo basale), dunque accogliente e protettivo, sebbene esposto all’alto;

2. In 2), alla sua sinistra, c’è un ovale, ossia un ente che ingloba interamente, sempre in maniera accogliente e protettiva;

3. In 3), invece, lui non c’è in quanto il segmento di retta interessato non ha alcuna concavità. Allora quale funzione svolge? Ci si risponde ragionando da sinistra a destra che il segmento è un sostegno, ossia, per l’appunto è un puntello. Un puntello che svolge la funzione di fare acquisire la postura eretta a quando dovrà immaginarsi inglobato in 1).

Dunque, sappiamo già quale sarà il destino del puntello quando lo scrivente sarà nel perimetro: lui non era nel puntello nel suo passato di prescrivente e tanto meno di cucciolo, non lo sarà neanche nel suo futuro di scrivente. Insomma, il destino dei puntelli è l’elidersi. Ma l’elidersi non equivale a morire: continueranno a vivere nel cammino dello scrivente, il quale ormai non ha più bisogno di un sostegno materiale alle spalle. Il puntello apparterrà sempre a lui, ma diventerà un ente ideale (eseguito con moto aereo) ad indicare che in ogni età della sua vita avrà sempre bisogno di avvertire dietro le proprie spalle (nel passato, a sinistra, in quanto lo scrivente guarda a destra, ossia al fine rigo) un sostegno, pena la perdita dell’autonomia.

Conclusione (in definitiva)

Il modello adulto si produce quando il puntello è eliso e quando l’accostamento tra ovale ed asta si tramuta in un collegamento effettivo. Sarebbe da preferire, sempre nel modello adulto, che l’asta si avviasse da sinistra (come in fig.23), invece che dalla destra dell’ovale, come nel modello infantile: in quanto in questo modo l’asta non potrebbe essere retta. Da considerare che l’asta retta racconta un comando, mentre la dinamica implicata richiederebbe soprattutto un atto di amore, seppur responsabile

Modello maturo della "g" armonico

.  

– Nel racconto di genesi, gli schemi spaziali della “g” del modello narrano di quando chi legge scrivendo, nell’epoca del cucciolo, era allattato da mamma (nell’asola);

– Nel racconto “adulto”, gli schemi spaziali della “g” del modello infantile trasmigrano nell’età adulta e nel sentimento della maternità o paternità responsabile e consapevole. Logicamente, gli schemi spaziali della “g” narrano anche la maturazione dei bisogni erotico-sessuali (nell’asola).  

Grazie

1) Naturalmente, si sta avviando una fase di sperimentazione, degli esiti della quale se ne darà conto in un seminario pubblico. https://www.aidas-dgs.it/seminario-sul-corsivo/ Chi fosse interessato ad unirsi a noi è benvenuto e può farsi sentire, scrivendo a info@vigliottiangelo.it.

(2) In questo simbolismo, ogni istante è un qui ed ora che è figlio del prima e che predispone per il poi, ossia per l’istante successivo. Di conseguenza, per restituire un senso simbolico e simbolizzato al qui ed ora bisogna confrontarlo con il tutto che fu e con ciò che verrà. In questo modo i processi, come l’allattamento, che hanno una durata molto lunga, strutturano condizionamenti su base di vissuto.   

(3) Per prescrivente delle elementari si intende colui che sta apprendendo per imitazione il modello letterale. Si era supposto che il processo che induce alla  simbolizzazione della lettera (ossia, il processo che confronta il qui ed ora con il tutto prima, ossia nel nostro caso, con gli schemi spaziali dell’allattamento) iniziasse ad avviarsi quando il bambino apprende a scrivere in maniera spedita. In realtà, almeno per quanto riguarda lo stampatello maiuscolo, in quanto per il corsivo ancora non si sa dire, alcune dimostrazioni stanno suggerendo che questo processo possa avvenire anche in età prescolare, nei bimbi che apprendono a scrivere qualche lettera.


Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A.Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)

*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata).

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