Il modello adulto: il segno dell’atto di nascita
L’intuizione fondamentale, iniziale
Non succede solo a me, è un fatto comune avere delle intuizioni corrette, ma senza capirle. In effetti, osservando la “f” di un amico vergata su una lavagna, nel 2012, improvvisamente intuii che doveva essere nato con l’estrazione con il forcipe (o con la ventosa, attualmente): ne ebbi prontamente la conferma.

A distanza di nove anni questo segno, che è una scoperta mondiale della grafica simbolizzata, ormai si può dare per sicuro, anche se c’è da dire che solo una parte esigua delle persone interessate lo possiede. Questo fenomeno si potrebbe spiegare, ma sarebbe troppo dispendioso (comunque ne parlo in maniera succinta nel commento della didascalia della fig.247), mentre mi interessa dire che solo dopo quattro o cinque anni da quel 2012 ho potuto capire lo schema della fig.222 (altra scoperta mondiale), più volte commentato su questa pagina (i lettori interessati possono effettuare una piccola ricerca specifica).

Da dire, a tale proposito che lo schema di fig.222 ormai si può dare per provato.


Si è parlato di un modello manoscritto molto disarmonico della “f” che la grafica simbolizzata chiama del “Modello n.1” (per esempi manoscritti, osserva le figg.218 e 247). Questo modello, al contrario del modello infantile già visto nel post precedente, ha un’asola nella parte inferiore, a sinistra dell’asta: è la “f” dell’atto della nascita. Va distinto dalla “f” del Modello n.3, che qui non è trattato, il quale ha una vasca (più che un’asola) a destra dell’asta (se ne danno due esempi nelle figg.225 e 255, con quest’ultima che è appartenente a Silvio Berlusconi.

Il Modello n.3 esprime la “f” della “rinascita” (vedi lo schema di fig.227) ed era insegnato nelle scuole del periodo fascista (figg. 225), nelle quali, però, era impartito anche l’insegnamento del Modello n.2 (figg. 210 e 212).



DA “LA GRAFICA SIMBOLIZZATA, TEORIA E METODO IDEATI DA GUIDO ANGELONI”
(Lavoro che sarà reso disponibile sul sito web dell’AIDAS-DGS)
L’angoscia che ingenera il modello n.2 (vedi il post precedente) naturalmente trasmigra nel modello evoluto ed adattivo della “f”: si deve tenere conto, infatti, del paradigma simbolico del corsivo (indica la via secondo il “vero” e secondo l’eterno dell’esistere, basata sugli oneri e le funzioni dettate dall’età e dal genere). All’angoscia della morte, la “f” del I modello n.1 contrappone e la nascita (l’inizio del cammino) e la rinascita (il “risveglio” nella luce): si consideri che è il modello corsivo che parla.
Di conseguenza:
– Nel racconto “adulto”, gli schemi spaziali della “f” del modello n.1 raccontano di quando chi legge scrivendo, nell’epoca dello scrivente (non si può essere più precisi, con gli strumenti della grafica simbolizzata), acquisì la concezione matura del “simbolismo spaziale secondo la luce e il buio” (al proposito, si cfr. anche l’ipotesi dello schema evolutivo di fig.228, basato sullo schema di fig.13). La lettera “f” del mod. n.1, dunque, nella lettura inconsapevole narra l’atto della nascita. Da precisare, ancora, che per contrapposizione alla lettera “t” (destinata a divenire il Giudice), l’asta della “f” nella concezione matura è destinata a diventare il Padre (colui che indica la strada nella luce e che è pronto a perdonare sino all’ultimo istante del cammino).
Chi ne volesse sapere di più https://www.aidas-dgs.it/seminario-sul-corsivo/
Per informazioni sul come associarsi all’AIDAS-DGS, invece, scrivere a info@vigliottiangelo.it
Grazie