
Il modello infantile
Nell’ambito della grafica simbolizzata, la lettera “f”, insieme alla lettera “o”, del corsivo minuscolo è la lettera più importante e ricca di significati, alcuni dei quali si stanno scoprendo in questo ultimo periodo. Informo, a tale proposito, che è stato elaborato un protocollo di ricerca sulle patologie dell’apparato digerente, basato sulla lettera “f”. Su questa pagina si darà la notizia dell’avvio ufficiale della ricerca.
Per quanto riguarda i nessi tra la simbolizzazione della “f” e parti specifiche del corpo, probabilmente c’è ancora molto da scoprire, ma sembra ormai verosimile ritenere che questa lettera possa rivelare specifici traumi subiti sulla fronte ma, purtroppo, sinora i campioni esaminati sono molto scarni.
La “f” e il paradigma del corsivo
Per paradigma si intende il significato complessivo di una famiglia (corsivo, stampatello e numero), che le singole lettere si incaricano di coniugare secondo la loro specifica natura.
La grafica simbolizzata scopre che lo stampatello “parla” al cittadino (il quale non ha genere e non ha età ed è tale dal momento della nascita e sino a quando è in vita), il numero parla ai generi maschile e femminile, mentre il solo corsivo parla alla persona e ai compiti esistenziali della stessa, secondo la sua età e il proprio genere. Una persona che, dopo la vita, ha un futuro nell’eterno dell’esistere.
La lettera “f” è la lettera dell’atto della nascita: si tratta di una scoperta della grafica simbolizzata che ormai si può dare per provata.
Dunque, è una lettera che evoca la nascita, ma anche la sua opposta: la fine del cammino, il non risveglio e l’esistere dopo il non risveglio. In altre parole, la “f”, insieme alla” t”, è la lettera che evoca sia la vita sia l’esistere, con quest’ultimo che è considerato un eterno

Di conseguenza, la “f” del corsivo minuscolo esercita una provocazione-stimolo molto angosciosa, tanto è vero che molte persone non sanno scriverla con proprietà accettabile, oppure, addirittura, si rifiutano di scriverla (fig.229).

DA “LA GRAFICA SIMBOLIZZATA, TEORIA E METODO IDEATI DA GUIDO ANGELONI”
(Lavoro che sarà reso disponibile sul sito web dell’AIDAS–DGS)
La “f” corsiva minuscola è la lettera più complessa, tanto è vero che ha ben tre iconografie (fig. 204), ma se ne prenderanno in considerazione solo due.

Gli schemi spaziali della “f” del modello infantile (il modello n.2 di fig.204) sono potenzialmente angosciosi (le ricerche hanno dimostrato che molte persone provano avversione per questa lettera), in quanto ad una discesa nel “buio”, ossia al di sotto del rigo del suolo, vi corrisponde una risalita aerea a sinistra, ma nel nostro modello il cammino sul rigo del suolo è a destra (fig. 227 – cfr. anche la Parte IV “La “f” e il simbolismo spaziale secondo la luce e il buio”, pag.85).

Tuttavia il racconto simbolico nella “f”, più che per altre lettere, è un evolutivo: ci vorrà del tempo (non studiabile dalla grafica simbolizzata) prima che il bambino acquisisca il concetto simbolico del cammino detto. Lo acquisirà progressivamente quando apprende a leggere inconsapevolmente, per opposizione, l’altra lettera del corsivo minuscolo che ha la risalita aerea dal basso (la “q”, fig.213).
Va precisato che una ricerca ha dimostrato che nelle manoscritture adulte il modello iconografico infantile, sebbene sia adottato quasi universalmente in tutte le classi delle elementari, è nettamente minoritario, mentre, all’opposto, predomina in modo marcato il modello n.1. A tale modello, dunque, corrispondono sia l’iconografia adulta sia il racconto dello stesso tipo della lettera “f” e di conseguenza il modello n.1 non ha una genesi propria (ossia è un derivato evolutivo del modello infantile).

MODELLO N. 2 (IL MODELLO INFANTILE)
– Nel racconto di genesi, gli schemi spaziali della “f” del modello n.2 raccontano di quando mamma abbracciava il proprio cucciolo (nell’asola) e lo depositava delicatamente nel lettino (nell’asta), e al risveglio lo levava dal lettino (risalita aerea), cullandolo per il tempo necessario (nel taglio, che nel modello è concavo).
– Nel racconto “adulto”, gli schemi spaziali della “f” raccontano di quando chi legge scrivendo si “rese conto” che il risveglio non è garantito: è subentrata l’angoscia della morte.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE DI QUESTA PARTE
Come si vedrà meglio nel prossimo post, nelle manoscritture adulte il modello n.2 dovrebbe evolversi nel modello n.1. Il processo detto dovrebbe avvenire spontaneamente, ma si vedrà nel prossimo post.
La ricerca ha dimostrato che quando nelle grafie adulte persiste il modello infantile, lo scrivente ha subito traumi che lo inducono a temere il buio, che gli fanno insorgere improvvisi timori irrazionali e che hanno la propria origine nelle fantasie angosciose infantili.
Altre “f” del II modello, invece, indicano che si sono subiti traumi legati alla dipartita di una persona cara, che ancora non è stato possibile elaborare,
Chi ne volesse sapere di più https://www.aidas-dgs.it/seminario-sul-corsivo/
Per informazioni sul come associarsi all’AIDAS-DGS, invece, scrivere a info@vigliottiangelo.it
Grazie
Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A.Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)
*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata).