

Il triangolo, suppongo, è studiato anche da altri ed ovviamente non mi sto riferendo alla geometria.
A seguire, in breve sintesi, ricapitolo alcuni capisaldi della grafica simbolizzata, in quanto potrebbero essere non conosciuti dal lettore non abituale di questa pagina.
IL SIMBOLO COME MODELLO LETTERALE
Con il triangolo equilatero si è in presenza di un simbolo, ma per la grafica simbolizzata tale simbolo è un modello letterale che appartiene alla famiglia della geometria piana (non tridimensionale).
E’ un modello letterale (al pari di un simbolo alfabetico), in quanto tutti lo leggiamo nello stesso modo: per l’appunto, lo leggiamo chiamandolo con il suo nome, detto “triangolo equilatero”.

LA PREMINENZA DELLA LETTURA. IL NOME, LA FAMIGLIA E IL COGNOME
Per la grafica simbolizzata, al vertice del processo che induce la simbolizzazione (ossia il raccontarsi attraverso un simbolo grafico) c’è la lettura, in quanto in primo luogo ci fu Adamo e fu lui che diede un nome ad ogni cosa. L’uomo del pittogramma (nella metafora, vi potremmo anche fare corrispondere lo scrivente della grafologia), venne molto dopo.


Dunque, un primo luogo siamo in presenza di un modello formale – non naturale, ma convenzionale in questo caso – che tutti possono leggere, in quanto, come già detto, gli si è conferito un nome (Triangolo equilatero) ed appartiene ad una famiglia del leggere – scrivere (geometria piana). A propria volta, alla famiglia gli si fa rispondere il cognome (insomma, corsivo, stampatello, numero e geometria piana sono cognomi).
L’ICONOGRAFIA CONDIVISA


A propria volta, non sarebbe stato possibile conferirgli un nome e un cognome, se al triangolo che qui interessa non fosse stata attribuita un’iconografia (meglio, un’organizzazione spaziale) conosciuta e condivisa da tutti. Per l’appunto, un modello letterale (nella concezione estesa della grafica simbolizzata), è una iconografia condivisa, in quanto tutti sanno leggerla.
Ed ogni iconografia ha più costitutivi, nel nostro caso sono i tre lati di lunghezza uguale, i tre angoli di 60° e così via.
L’APPRENDIMENTO A SCRIVERE PER IMITAZIONE
L’altra condizione, voluta, è questa: quando si parla di modelli formali convenzionali (ad esempio, NON VI RIENTRANO I PRIMI DISEGNI INFANTILI), ci si riferisce ai modelli che tutti hanno appreso a scrivere, per imitazione, sui banchi di scuola e che in seguito hanno appreso a riprodurre in maniera spontanea. Per l’appunto, nel lessico della grafica simbolizzata, l’esecuzione di un triangolo equilatero, se è effettuata in maniera spontanea, ossia senza l’uso del compasso e della squadra, non è un disegno, ma è uno scritto.

LA LINGUA, O PARADIGMA
Ma con quale “lingua” si legge, allora, un triangolo equilatero? Con questa domanda ci si sta riferendo ad una chiave di lettura del modello letterale (che la grafica simbolizzata chiama “paradigma simbolico”), valida per la famiglia della geometria.
Il paradigma per la “Geometria” attualmente supposto è il seguente:
“E’ l’architetto che ordina la disposizione armonica e razionale del creato; interessa la grafica simbolizzata in quanto, nella fase del cucciolo, l’architetto è mamma e il creato è costituito dalla casa e da chi la popola” (G.Angeloni. “La Grafica simbolizzata, Teoria e metodo ideati da Guido Angeloni.

LETTURA E SCRITTURA CONSAPEVOLI E INCONSAPEVOLI
Dire: triangolo equilatero, lati, angoli di 60° è la lettura consapevole.
La lettura inconsapevole, o inconscia se lo si preferisce, è il subire la provocazione-stimolo del racconto simbolico del modello. Il modello manoscritto, poi, è il racconto inconsapevole (o inconscio) della reazione a detta provocazione-stimolo.
Dunque, scrivere sta anche per raccontare inconsapevolmente (o inconsciamente, se lo si preferisce). A propria volta, il racconto inconsapevole manoscritto sta per simbolizzazione del simbolo, ossia consiste nel raccontare una storia soggettiva ed unica, attraverso, per l’appunto, il leggere, scrivendo.
Di conseguenza, la grafica simbolizzata è un metodo che rende consapevoli e i racconti consapevoli e i racconti inconsapevoli, sia del modello sia di colui che legge scrivendo (lo scrivente della grafologia).
COSA RACCONTA, DUNQUE, UN TRIANGOLO EQUILATERO?
Tenendo conto del paradigma simbolico prima detto, l’ipotesi sul quale sto lavorando è questa:
“Il triangolo equilatero racconta di una donna (a sinistra) e di un uomo (a destra), che necessitano di attrarsi e di formare una coppia perché destinati a diventare rispettivamente mamma e papà, che generano un cucciolo, il quale a propria volta è destinato a camminare sul rigo del suolo (la base del triangolo), per ripetere a parti invertite, e secondo il proprio genere, ciò che fecero mamma e papà.
In questo modo, il triangolo equilatero si distingue dalla A dello stampatello maiuscolo, in quanto questa lettera indica una mamma ed un papà che danno vita alla “capanna”, ossia al primo nido del cucciolo: il racconto simbolico e simbolizzato della A si dà ormai per provato.


LE IPOTESI DI RICERCA
Dunque, è coinvolta la “creazione”, ossia è coinvolta la fase che presiede la nascita di un individuo: ho supposto che il bambino che sta apprendendo a leggere e a scrivere ogni costitutivo del triangolo rettangolo, individui a sinistra mamma, a destra papà e nella linea orizzontale, il rigo del suolo sul quale è destinato a camminare.

Il rigo del suolo, in questo caso, quindi indica la fase evolutiva durante la quale il cucciolo, apprendendo da mamma e da papà, progressivamente trasmigra prima nell’adolescente, poi nell’adulto che necessita di procreare a propria volta.
Necessariamente, la storia che subì il cucciolo e/o il bambino piccolo, trasmigra nei racconti adulti.
VERIFICHE
Nei tredici esempi rappresentati in figura, tutto è lettera. Sono lettera le frecce (che hanno due costitutivi, ma ometto), sono lettera i numeri, sono lettere anche i sensi del tracciamento dei singoli cateti, che le persone coinvolte nell’esperimento hanno scelto in maniera autonoma.
In questa fase sono concentrato solo sui tre lati (che la grafica simbolizzata, distingue in: salita, discesa, rigo del suolo) e sul senso del tracciamento degli stessi.


Premesso che non posso aver capito tutto, posso però dire che in ogni triangolo ormai so leggere un racconto simbolizzato. Alcuni di questi li ho voluti verificare, chiedendo alle persone interessate:
– Mi risulta che hai subito questo condizionamento. Puoi confermare?
Le conferme ci sono sempre state.
Siamo autorizzati, dunque, ad approfondire e a ricercare…
Grazie
Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A.Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)
*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata).