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La conferenza sui “Diari di Mussolini, veri o presunti”: bilancio.

La legge formulata da Sivieri (citata in un lavoro) è risultata confermata: non si può effettuare un’imitazione, senza tradire lo sforzo imitativo…

Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A. Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)
*(Per la parte attinente la grafica simbolizzata).

Ho potuto finalmente apportare la prova materiale (strumentale) che la scrittura dei Diari non è come è stata descritta da tutti coloro che si sono esposti pubblicamente (li ringrazio e ricordo a chi mi sta leggendo che erriamo tutti e che l’errore insegna), i quali hanno scritto:
Nel corso degli scritti osservati non si trovano assolutamente in nessun luogo grafico indici di difficoltà grafomotoria, di rallentamento, di attenzione a ‘non lasciarsi andare troppo’, di eccessiva cura estetica dei tracciati, come neppure si trovano correzioni, improvvisi blocchi e riprese;
b) Va sottolineato il fatto che il tipo di scrittura dei diari, che abbiamo detto essere un prodotto scrittorio spontaneo (pertanto autentico e non l’effetto di un fatto falsificatorio)…..
c) Nella vicenda dei falsi diari di Mussolini quello che meraviglia è la capacità delle falsarie di continuare a scrivere centinaia di pagine imitando la scrittura del dittatore sempre con la stessa abilità e la stessa “spontaneità” e cambiando completamente la loro stessa scrittura, andando contro ogni legge della scrittura, come afferma Sivieri:

Ad un certo momento si può volontariamente modificare la propria grafia naturale, ma non si può mai del tutto impedire che nel tracciato della grafia modificata non appaiano segni rivelanti lo sforzo  occorso per ottenere il cambiamento […]”

In effetti, i colleghi (e mi risulta che il dato è generalizzabile) hanno preso un abbaglio, in quanto è solamente vero che: la scrittura dei diari sono la successione di pose di atti ritmici, spigliati, vivaci, esuberanti, eccc… Insomma, i Diari sono un disegno imitativo, di gesti ritmici, ma sono lentissimi. Costituiscono, infatti, una imitazione pedissequa di scritte autografe (in quanto, in ambito tecnico, non si intravede un’altra alternativa), anche se non si escludono sviste (sono coinvolte 1600 pagine) “rimaneggiamenti”, più o meno estesi..

I diari, in effetti, sono intrisi di rabberci, di riprese innaturali, di tratti tremuli tipi dell’imitazione, di altri artifizi imitativi: eppure tutto non è stato notat

La conferenza ha esordito con alcune provocazioni… Tracciano le linee programmatiche di un metodo – coerente in tutto e per tutto con i metodi grafonomico e “su base grafologica”, ossia non contestabile dai colleghi che esercitano con uno dei due metodi) di tipo oggettivo (basato sull’oggetto) ed obiettivo (comprensibile e valutabile da chiunque, anche se non specialista) che lo si fonderà sulla sperimentazione.
I colleghi o le persone interessate (penso agli avvocati, ad esempio) che vorranno unirsi a noi, saranno i benvenuti. Nel caso, scrivere a guido.angeloni@gmail.com.


Grazie.


Il presente post è corredato da 10 tavole

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