Cosa racconta il parallelogramma in figura (fig.B)

Lo stato dell’arte.
Si sta parlando di geometria – ma in realtà almeno per ora si sta parlando dello stampatello maiuscolo, lo vedremo dopo – ed è la prima volta che se ne parla nei termini voluti dalla grafica simbolizzata.
Di conseguenza, non si può pretendere di avere già le idee chiare: ci vorranno mesi, di studio e di verifiche, per giungere ad una visione sufficientemente fondata, per l’ora importa dire che le prime verifiche hanno dato un esito più che incoraggiante.
Attualmente, dato per assodato il paradigma (bisognerà provarlo, però, e si è costretti a sottoporlo a verifica anche in questo post – Per il paradigma si veda la Tab.3 del post precedente https://www.aidas-dgs.it/il-parallelogramma-parte-ii/), mancano soprattutto l’iconografia e l’iconologia delle LETTERE della geometria (cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo e così via), mentre della SEMEIOTICA BASILARE della stessa dovremmo sapere quasi tutto.
Dovremmo saperlo perché la conosciamo già: si basa principalmente sul segmento di retta variamente orientato nello spazio grafico e sul bianco, oltre che sul concavo e il convesso (per il cerchio) e sugli angoli.
Ad esempio, conosciamo già che cosa raccontano i segmenti di retta in fig.B, evidenziati con i numeri 1, 2, 3 e 4. ma ne parleremo più avanti.
Dico subito che CI INTERESSANO I RACCONTI DELLA GENESI, in quanto si sta supponendo che i tratti che appartengono ai pregrafismi si apprendono, per l’appunto, in età infantile, l’età del cucciolo.
Insomma, a maggiore chiarezza, nel corso del tempo, si vorrà dimostrare che la figura geometrica manoscritta di getto racconti una storia vissuta dal cucciolo che fu colui che lo ha scritto, leggendolo (cfr. le definizioni del post precedente).
I luoghi degli inglobamenti e degli annidamenti nell’età del cucciolo. Come si provano?
DEFINIZIONE. Sono entrambi nel bianco. Gli INGLOBAMENTI si verificano negli enti grafici aventi una capienza e chiusi (ovali ed asole), mentre gli ANNIDAMENTI sono nel bianco che circondano i perimetri delle lettere, specie, nel corsivo, nei concavi basali (ossia nei concavi di fine lettera).

A queste definizioni, che evidentemente appartengono all’insieme del “percepirsi accolti amorevolmente”, che sono state pensate per il corsivo, gli studi basati sul numero e sullo stampatello ed attualmente anche sulla geometria, hanno imposto una concezione più ESTESA DELL’ANNIDAMENTO.
Tale concezione impone un annidamento concepito come sostegno sicuro, appoggio e così via.
Il cucciolo apprende ad esempio che la linea di terra è un appoggio sicuro ed amicale già a partire dell’età del gattonamento e lo si è provato nel “2”.
Non solo, hanno anche imposto una concezione ESTESA DELL’INGLOBAMENTO, il quale diviene riparo, e lo si ha negli ovali dello stampatello (fig.G) e nelle forme della geometria.
Ciò che si sapeva è ciò che si è appreso
Che le traiettorie (o schemi spaziali) hanno una genesi nelle operazioni che mamma esegue sul cucciolo e per il cucciolo lo si sapeva già, anche quando non si parlava della famiglia della geometria, e le si rinvenivano nel corsivo.
Non c’è modo di PROVARE la teoria che le sottende, se non forse un giorno e con gli strumenti delle neuroscienze, a noi non è restato altro che cercare riscontri nelle lettere manoscritte.
Ormai tali riscontri sono numerosissimi e, di conseguenza, siamo indotti a ritenere che la teoria della quale si sta parlando “funziona” e che, verosimilmente, un giorno dovrebbe trovare un riscontro nelle predette neuroscienze.

A titolo di esempio, si osservi che cosa si è accertato sulla lettera maiuscola “g” del corsivo (Da Iconografia ed iconologia del corsivo italiano).
La lettera “G” (fig.55) ha questo racconto di genesi (ciò che apprende a leggervi inconsapevolmente colui che imita il modello, per apprenderlo):
Mamma riceve un dono dal cielo, lo accoglie tra le sue braccia e lo nutre al seno. Dopo la poppata il cucciolo prende sonno (l’asola che scende nel basso).
Le funzioni di mamma che ingloba e che allatta nella dimensione domestica sono nella minuscola “g”. https://www.aidas-dgs.it/la-provocazione-stimolo-della-g-minuscola-corsiva/

Insomma, ormai è stata provata l’efficacia del modello teorico dell’apprendimento della genesi degli schemi spaziali della letto-scrittura che interessa noi.
Tale modello è illustrato nella fig.21, nella quale tutto ciò che appartiene al nero (al tratto) costituisce l’insieme delle operazioni agite da mamma (dall’oggetto, potremmo dire), mentre tutto ciò che è nel bianco è luogo in cui si annida (o si ingloba) colui che è destinato a diventare chi legge scrivendo (ellissi blu). L’operazione andrà a compimento quando, nell’età in cui il bambino avrà appreso a scrivere speditamente, si rovescia lo schema detto: lui sarà nel nero, mentre chi si prese cura di lui sarà nel bianco. Solo allora chi legge scrivendo diventerà la sua lettera, ovvero il nostro soggetto.
ESEMPI DELLE CONCEZIONI ESTESE DELL’INGLOBAMENTO E DELL’ANNIDAMENTO.

E’ arrivato il momento di rivelare che tutti i grafismi racchiusi nei poligoni verdi appartengono alla stessa persona, le lettere infantili, ad esempio, sono state scritte quando la giovane signora interessata aveva 5 anni.


Nell’età della genesi, come detto, tutti i neri appartengono alle operazioni eseguite sul cucciolo e per il cucciolo. Nelle figg.I ed L, i neri appartengono all’annidamento esteso, a quelle non orizzontali, vi possono corrispondere sia le traiettorie del sollevamento non dolce di mamma, oppure un muretto o una sediolina di sostegno.
Le linee del gattonamento (o del cammino assistito dalle braccia e dal corpo di mamma) sono le linee orizzontali che giacciono sul suolo, che in fig.L ho evidenziato con le ellissi rosse.
Le linee orizzontali superiori, invece, sono linee di trasporto e/o di trasferimento materiale del cucciolo da una mano all’altra, da quella di mamma a quella di papà, ad esempio.
Si omettono i logici trasmigramenti della simbolizzazione del cucciolo nelle fasi successive di sviluppo maturativo, intellettivo ed affettivo delle altre età.
Nella scrittura infantile, l’asta e le due linee di sbarramento della “I” costituiscono due esempi di annidamenti estesi insicuri ed instabili, malfermi. Mentre l’ovale della “O” è un luogo di inglobamento esteso che soffoca.

Nella fig.F, invece, colui che legge scrivendo è quell’ellisse blu, in un luogo che ingloba in modo esteso ordinato da mamma (prima a sinistra), condiviso anche da papà, dai fratelli e da altri oggetti.
Da considerare che qualche tempo prima, il cucciolo si avvertiva al sicuro all’interno di quel perimetro, detto mamma, dell’ovale di fig.G.
Due concetti teorici compresi in maniera insufficiente.
Insomma, si sta comprendendo che gli schemi spaziali prima detti sono applicabili anche allo stampatello e ciò obbliga a scrivere in Iconografia ed iconologia dello stampatello (lavoro in corso di scrittura) ed in Iconografia ed iconologia del numero (lavoro che consideravo già concluso e che invece dovrò integrare e rimodellare) un lungo capitolo dal titolo: “Genesi degli schemi spaziali…”. Questo implica riconoscere che anche lo stampatello e il numero hanno racconti (i significati di una volta) di genesi, ossia infantili.
Finalmente, infine, il punto di vista della grafica simbolizzata (Tab.1 del post precedente https://www.aidas-dgs.it/il-parallelogramma-parte-ii/) spiega effettivamente tutte le produzioni grafiche simbolizzate.
Solo i due corsivi (maiuscolo e minuscolo) hanno lettere con iconografie infantili (sono nel complesso morbide, dolci, accoglienti, materne e così via). Con evidenza – sebbene sinora non ci avessimo pensato – le iconografie geometrizzate dello stampatello maiuscolo, nella genesi, si riferiscono ai luoghi o agli enti (tra queste rientrano la figura autorità paterna e materna, la casa, la figura scuola ed altre che meglio si dovranno capire) che offrono riparo e protezione per il cucciolo.
Le lettere maiuscole dello stampatello – lo si sta verificando, con riscontri incoraggianti – giacché si riferiscono ad architetture (in coerenza con la famiglia dello scrivere della geometria), dovrebbero anche simbolizzare “l’asse portante” del corpo, prima di papà, poi del cucciolo e poi, infine, nel racconto adulto, di se stessi. Se ne dovrebbero avere delle prove in alcune verifiche effettuate sulle lettere “I”, “E” ed “F”.
Per quanto riguarda la lettera “G”, invece, si sono avuti numerosi riscontri in traumi che qui sarebbe azzardato rendere noti, ma in prima approssimazione si può rendere pubblico che nella genesi si simbolizza negli organi deputati alla masticazione (sì, è così, per quanto lo si riconosce che appaia inverosimile, ben fermo tuttavia che si è solamente agli inizi).
Si potrebbe parlare dei racconti di genesi della “R”, della “P”, della “B” in quanto anche loro sembrano accertati. Una lettera che è stata molto indagata è la “L”, ma anche la “Z” e via via. I riscontri più interessanti – in quanto sino a poco tempo fa, erano insospettabili – li si sono avuti nella “O” e nella “A”. Tutto ci dice che nel prossimo futuro potremmo scoprire e provare innumerevoli “misteri” che sono racchiusi (anche) nello stampatello.
Di conseguenza, rispetto al paradigma
Dunque, si è distinto tra simbolo e simbolizzazione, con il primo che è frutto del cammino di un popolo, che simbolicamente abbiamo riferito al nostro simbolo Abramo, e con il secondo, invece, che ha origine nell’ultima discendente di Eva, detta mamma, e nelle operazioni (di condizionamento) che lei esegue sul e per il cucciolo. Queste operazioni – ora lo possiamo dire – sono di due tipi:
– Il primo si riferisce al RAPPORTO INTIMO ED ESCLUSIVO con il proprio cucciolo, nelle funzioni vitali (la gestazione, l’allattamento, l’insegnamento del camminare, la somministrazione della pappa e via via). In queste operazioni mamma è effettivamente la mamma e il cucciolo è effettivamente il cucciolo ed è l’unico cucciolo di mamma;
– Il secondo, invece, si riferisce ad una MAMMA CHE ORGANIZZA LO SPAZIO VITALE CHE ACCOGLIE IL CUCCIOLO, PAPÀ E I FRATELLI DEL CUCCIOLO. In questa accezione, mamma è l’architetto, come detto nel paradigma della geometria (papà, poi, diventerà l’ingegnere, ma naturalmente lo si deve supporre). In questo secondo caso, il cucciolo scopre di non essere il solo oggetto di amore e di attenzione di mamma.
Apprende, progressivamente, che deve dividere mamma e, poi, papà con altri “abitanti” di un’architettura detta casa, con questi ultimi che sono detti membri familiari. La genesi dello stampatello, ossia ciò che nell’età adulta farà percepire il soggetto (colui che legge scrivendo) un cittadino, è qui.
Si comprende – anche se non posso dilungarmi – che i primi condizionamenti, in quanto vitali e basilari – sono destinati a trasmigrare nei secondi. Di conseguenza si ha questo esito, di grandissimo rilievo:
in età adulta, nella simbolizzazione dello stampatello, CHI NARRA (la lettera manoscritta di chi legge scrivendo, il nostro soggetto) SA CHE ANCHE QUANDO SI VALUTA SECONDO IL GIUSTO (le leggi degli uomini, ma, sul piano esteso, i valori condivisi, gli orientamenti di un partito politico o di un qualsiasi orientamento religioso, ed anche quando sono coinvolti persino i diritti che oggi sono riferiti e riconosciuti in maniera indiscussa alle persone, ossia ancora sul piano esteso, ai cittadini).
È COMUNQUE OBBLIGATO A RISPONDERE AL VERO, con quest’ultimo che lo si “apprende” dal corsivo.
L’esito è di grandissimo interesse e dimostra che il nostro punto di vista – sebbene sia stato messo a punto nel 2010, quando ancora per scrittura si intendeva il solo corsivo – è corretto ed È, nella nostra parte e nell’ora che ci interessa, EFFETTIVAMENTE LA COSCIENZA UNIVERSALE.
Come si dimostra?
Sottoponendo a COLLAUDO principalmente le seguenti lettere dello stampatello maiuscolo: V, U, N, I, L. T, Z ed S.
Queste lettere ormai sono collaudate in tantissime interviste e gli esiti hanno sempre confermato. A questo punto, non è restato altro da fare che osservare le lettere dette nelle grafie in stampatello dei serial killer (vedi i post su Donato Bilancia) o dei delinquenti accertati che appartengono alla mia collezione: quello che ci si aspettava è stato effettivamente riscontrato.
Le persone coinvolte – nonostante non li vogliano sentire – hanno i segni di UNA COSCIENZA CHE MORDE! Questo implica che nella nostra parte del mondo, anche il complesso di colpa, se valutato secondo il simbolo e la simbolizzazione, cessa di essere un concetto psicologico.
E’ ormai un concetto di grafica simbolizzata che SI CHIAMA PECCATO: ce lo insegnano la simbolizzazione e la genesi di detta simbolizzazione.
Naturalmente, dovrebbe essere superfluo ribadire che non ci può accontentare dei soli riscontri ottenuti sinora.
COSA CI RACCONTA IL PARALLELOGRAMMA IN FIGURA? E COME SI DIMOSTRA TALE RACCONTO?
Ce ne occuperemo nel prossimo e conclusivo post.
Grazie.
Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A.Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo). *(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata)