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Il parallelogramma nella grafica simbolizzata. Parte II

Segue da https://www.aidas-dgs.it/il-parallelogramma-parte-i/

L’importanza di questo post

Questo post è un punto di arrivo delle riflessioni, delle ricerche, degli studi e delle verifiche degli ultimi mesi: tutto iniziò dall’interrogativo: può essere grafologato lo stampatello? La mia risposta è no (lo dico da grafologo): non può essere grafologato con gli strumenti della grafologia. Può essere studiato ed analizzato solo con gli strumenti della grafica simbolizzata. Le scoperte di questi ultimi mesi ci stanno dicendo che nello stampatello sono racchiusi un’infinità di segreti, che non possono essere rivelati dal corsivo. E’ stupefacente e persino inverosimile, ma è così. 

Tutto è andato a maturazione quando ci siamo posti – qualche giorno fa – quest’altra domanda: che cosa racconta il pregrafismo di questa figura? ll pregrafismo è qui riproposto in fig.A. 

Come si può osservare, in realtà il pregrafismo è basato su schemi spaziali che poi daranno vita a molte lettere dello stampatello maiuscolo, al numero “4” e a molte figure geometriche. L’approdo allo studio della geometria è stato logico e conseguente, il che, peraltro, ha consentito di meglio comprendere lo stesso stampatello maiuscolo (il tutto si avvalora sulla base di più verifiche, ovviamente). 

Sono seguite verifiche su prove di due lettrici (figg.C e D): della prima se ne è già parlato, della seconda ne parlerò. Con evidenza, queste due prove possono essere considerate come provocazioni stimolo che hanno ingenerato una regressione (una trasmigrazione nel passato, secondo la grafica simbolizzata): LE DUE DONNE SI SONO DESCRITTE COME LE CUCCIOLE DI 5 ANNI che furono, sebbene con gli occhi dell’oggi. Ma quelle due cucciole sono ancora in loro e attendono di essere risarcite.

test del pregrafismo in grafica simbolizzata

Una terza prova è consistita nel rispondere alla seguente richiesta di uno specialista: È IN GRADO DI PROGETTARE UN TEST GRAFICO VALIDO PER UNA PERSONA NATA SENZA UNA GAMBA?

Ho risposto che avremmo potuto tentare. Cosicché ho proposto un test basato sullo stampatello e sui numeri, tenendo a mente la lezione appresa da quel pregrafismo. Ciò che mi aspettavo è stato effettivamente riscontrato, sebbene come è logico che sia ancora molto debbo capire (ma lo si capirà insieme a tutti coloro che vorranno aderire all’AIDAS-DGS). Non sono autorizzato a rendere noto il test manoscritto, se non in quelle sole sette lettere di fig.E.

Qualche definizione per agevolare la lettura dell’articolo.

IL PUNTO DI VISTA (Tab.1). E’ impossibile studiare un oggetto se non si ha un punto di vista sullo stesso (ma si è dimostrato che tale punto di vista è esattamente il punto di vista di colui che scrive, leggendo). Il punto di vista della grafica simbolizzata si è imposto nel 2010 (in un’epoca ormai remota, quando non avevo il concetto della simbolizzazione), quando dovetti spiegare le differenze tra il nostro modello e i modelli arabo ed ebraico. Poi fu necessario spiegarsi le differenze tra il nostro modello ed il modello tedesco (Riformato). Tutte le sperimentazioni e le verifiche hanno confermato quella prima intuizione, rimodellandola. E’ appena il caso di fare notare che si è nel linguaggio simbolico e che tale linguaggio è rispettoso dei valori religiosi e laici di tutti. Tanto è vero che potrei essere un comunista, tanto questo aspetto è indifferente.

SIMBOLO – SIMBOLIZZAZIONE. Il simbolo è un modello formale, detto lettera. E’ un’organizzazione spaziale, appresa sui banchi di scuola. In coerenza con il punto di vista, il simbolo racconta il cammino del popolo interessato. La simbolizzazione, invece, è il racconto di colui che legge il modello e lo mano-scrive; per confronto ed opposizione, dice al modello: la mia storia non è quella che racconti tu, ma è questa!  

LINGUA – LINGUAGGIO. La grafica simbolizzata non si avvale del concetto di scrivente, che la grafologia concepisce come il soggetto, ma si avvale di questo concetto: “chi legge scrivendo”, cosicché costui è la sua lettera manoscritta. Questo implica che ci siano lingue (l’aspetto formale delle famiglie) e linguaggi (la lettura consapevole ed inconsapevole). 

PARADIGMA. Appartiene al leggere e costituisce il mandato familiare (ossia della famiglia) che ogni lettera declina per la parte che le compete. Di conseguenza, l’oggetto della grafica simbolizzata (Tab.2)  è la lettera di ogni famiglia e il soggetto è la rispettiva lettera manoscritta.

ICONOGRAFIA ED ICONOLOGIA. Sono termini, resisi necessari per agevolare lo studio dei modelli letterali, che si riferiscono alla descrizione e alla lettura dell’immagine costituita dal modello della lettera (cfr. Tab.4). 

LA SVOLTA. DOMANDE.

E’ bene che ci si convinca che – se si osserva una scrittura – non sono né la psicologia, né la medicina che insegnano a noi, ma è esattamente il contrario. Dobbiamo e possiamo insegnare a leggere simboli e simbolizzazioni grafici che poi gli altri professionisti, se lo volessero, potrebbero tradurre in psicologia e in medicina, oppure, perché no, anche in grafologia (lo sto facendo, per quanto mi riguarda). Solo allora, forse, loro potrebbero insegnarci. Lo si dimostra con irrisoria facilità, anche se non ci avevamo mai pensato.

Questo implica avere una teoria, autonoma e basata sull’oggetto. La grafologia – lo dico come grafologo – non ha una teoria: se ne convinca. 

Dunque, è l’oggetto che insegna. Sì, ma come? La grafica simbolizzata è un metodo per apprendere dall’oggetto. E l’apprendimento consiste nel saper leggere l’oggetto: già, la scrittura non andrebbe letta? Ma colui che legge l’oggetto chi è? Questa domanda non me l’avevo mai posta nei termini appena detti, sinora. 

Allora, chi è l’oggetto? L’oggetto è il maestro ed ora lo chiamiamo lettera del modello, ma poi preciseremo meglio. 

Ma soprattutto chi È CHE APPRENDE DALL’OGGETTO? La grafica simbolizzata ha scoperto, sinora a sua insaputa, che colui che studia ed apprende dall’oggetto non è lei, ma è colui che apprende a leggere e a scrivere! Insomma e in definitiva, LA GRAFICA SIMBOLIZZATA HA APPRESO LA LETTURA DELL’OGGETTO DA COLUI CHE LEGGE SCRIVENDO. Poiché vogliamo che l’oggetto sia una lettera, di conseguenza, anche il soggetto sarà una lettera, ma manoscritta.   

Si tratta di un punto di svolta di fortissimo rilievo teorico e pratico-applicativo. 

Come colui che legge scrivendo apprende l’oggetto? E lo dobbiamo spiegare partendo da cosa? Lo dobbiamo spiegare in coerenza con il punto di vista, ma poi e soprattutto lo si deve spiegare con gli occhi di colui – detto cucciolo – che ancora non sa leggere e scrivere e che pure è destinato a diventare colui che legge scrivendo la sua lettera manoscritta. PERCHÉ SARÀ LUI A DIRE ALL’OGGETTO: ECCO CHI SEI. 

Fece la stessa cosa il nostro simbolo Adamo – il primo che lesse modelli formali detti animali, piante ed ogni cosa, quando assegnò loro un nome. Nel nostro registro simbolico che osserva i fatti dell’ieri dall’oggi, si può legittimamente asserire che, già a partire dal quando siamo stati concepiti, siamo stati obbligati a concepire modelli formali, perché se non lo facessimo non potremmo definirci come individui umani.

Nel nostro caso IL SOGGETTO DIMOSTRA DI SAPER LEGGERE IL RACCONTO INCONSAPEVOLE NARRATO DALLA LETTERA DEL MODELLO, ALTRIMENTI NON POTREBBE RACCONTARE LA PROPRIA. Così concepita, insomma, LA GRAFICA SIMBOLIZZATA È SOLAMENTE IL LETTORE CONSAPEVOLE.  

Ma come spiegarlo? Se dobbiamo spiegare dal qui ed ora, allora non c’è altro modo che partire dall’occhio del cucciolo che sta apprendendo. MA IL MAESTRO CHI È? E’ MAMMA. ANCHE MAMMA È DESTINATA A DIVENTARE UNA LETTERA, dunque: DIVENTERANNO LETTERA, OSSIA COSTITUTIVI DELLA STESSA, TUTTE LE OPERAZIONI CHE MAMMA PRIMA E PAPÀ POI AGISCONO SUL CUCCIOLO.

Per l’appunto, i pregrafismi dei quali si è parlato e le geometrie redatte a mano libera e di getto SONO LE OPERAZIONI CHE L’ARCHITETTO MAMMA HA OPERATO SUL CUCCIOLO che fu chi legge scrivendo e nell’universo esistenziale che ha interagito con quest’ultimo. Non so voi, ma a me vengono i brividi: la portata potenziale di quanto si è stati costretti ad ammettere è davvero grande, e allo stato appare incalcolabile. 

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Segue (grazie).

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