Che cosa avrei insegnato ai miei allievi universitari (Laurea in Consulente Grafologo) sulla firma di F. Battiato?

Avrei detto pressappoco questo (premetto che la grafologia considera la firma l’ideale dell’Io) (1):
Lo scrivente, bisognoso di negarsi un sentimento dell’Io ridotto e vissuti che lo hanno sminuito, ha sviluppato un ideale dell’Io che cerca di non farsi condizionare dai contenuti emotivi ed affettivi, in forza di un Super io che lo rende intransigente, intollerante ai compromessi di qualsiasi tipo, e bisognoso di autodeterminarsi in autonomia, affidandosi alla razionalità, al senso del giusto e della giustizia, infatti va aggiunto che è anche ispirato dalla ricerca del bello e del nobile (2).

L’insieme è in contraddizione, in quanto i primi (i contenuti emotivi, peraltro basati sull’impressionabilità, data da Intozzata II modo) tendono a sabotare il restante. Cosicché tutto si sorregge sullo sforzo, il che espone e all’insoddisfazione, e allo stress, e a possibili ed importanti somatizzazioni ”.

Che cosa non funziona in quanto sopra? Più cose, tra le quali le principali sono le seguenti:
1) Si è prese le mosse da una domanda errata, costituita da ” che cosa significa questa firma”?
2) Di conseguenza, non è lo scrivente che “parla”, ma è la grafologia di Moretti https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-moretti_(Dizionario-Biografico)/;
3) A rigore, a parlare non è nemmeno la grafologia di Moretti, ma è il modo come la sensibilità grafologica del sottoscritto coniuga e “interpreta” detta grafologia.
Ma, soprattutto, è elusa la domanda fondamentale: perché Battiato è diventato la persona che – noi grafologi morettiani e il sottoscritto in particolare – crediamo che fosse?

Lo scrivente si racconta e narra la sua storia, a sua insaputa e all’insaputa della grafologia, delle psicologie, della pedagogia, della medicina…

Abbiamo bisogno dell’inverso. Abbiamo bisogno di fare parlare lo scrivente. E’ lui che ci deve raccontare la sua storia, i suoi traumi, le sue ferite, i suoi condizionamenti, ecc… non dobbiamo supporle noi!
Altrimenti, è il nostro modo di sentire e di interpretare che ingenera suggestioni e congetture, in quanto non si basano sui fatti, ma si basano su nostre teorie…
Per l’appunto, la grafica simbolizzata fa parlare (raccontare) lo scrivente (a partire dal cucciolo che fu), è lui che ci racconta, cosicché ecco la svolta: lo studio delle lettere è anamnesi biografica ed esistenziale!
Capite la differenza? La svolta di cui sopra è di fortissimo interesse per le psicoterapie, per tutte le discipline educative e persino per mamma e per papà…
L’altro punto di svolta di fortissimo interesse è questo: il racconto dello scrivente, che si legge dalle sue lettere, si può provare (sulla base del “vero–falso”), mentre le nostre teorie grafologiche non sono provabili. https://www.aidas-dgs.it/due-parole-grafologiche-sulla-scrittura-di-franco-battiato/
SAPER LEGGERE, SAPER ASCOLTARE, SAPER INTERPRETARE (OSSIA SAPER RESTITUIRE UN SIGNIFICATO AI RACCONTI)
Dunque, è indispensabile ascoltare, ossia leggere, ciò che lo scrivente ci racconta di se stesso (della propria nascita, della sua mamma, del suo papà, dei suoi nonni, dei lutti che ha subito, dei condizionamenti precocissimi, delle ferite, delle paure infantili, ecc..), poi, ma solo poi, si può procedere ad “interpretare”, ossia a restituire un significato, ai racconti.

Dunque, la prossima frontiera della ricerca, quando avrò il tempo di riprendere in mano la grafologia, sarà il profilo esistenziale ed evolutivo dello scrivente, su base di grafica simbolizzata, e secondo il punto di vista della grafologia di Moretti…
Altri potranno, se lo vorranno, effettuare il medesimo profilo, secondo le psicologie, le medicine, le scienze educative, ecc.. ecc..

Interessa? Se sì, allora unitevi a noi…. Dateci una mano…E se potete, oggi partecipate al seminario dedicato al corsivo…
Grazie
(1) Mi sono avvalso della combinazione dei seguenti segni: Curva + Intozzata II modo (forte influenzabilità emotiva ed affettiva), contrapposti ad Aste rette (inflessibilità, senso del dovere; insomma, l’insieme che è definibile come super – io), Accurata e Dritta (razionalità e, il secondo, aggiunge il bisogno di autonomia. Da notare che i due segni sono in contraddizione, in quanto Accurata rende dipendenti dal giudizio ambientale), il tutto in un contesto con Calibro piccolo (in negativo, ridotto sentimento del valore soggettivo, in positivo, nel contesto dato, indica il bisogno di una comprensione ampia e approfondita, ossia bisognosa di pervenire alle risposte degli “ultimi perché”).
(2) Per l’insieme dei segni, che qui sarebbe dispendioso illustrare, ma alla base ci sono la creatività di Disuguale metodico del calibro ed una grafia che è estetica, ossia che se fosse un po’ meno rigida ed Accurata, sarebbe persino Elegante. Ci sarebbe da aggiungere anche Parca, ma…).