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Corso breve di lettura. Parte III.

Lettura della geometria.

Ricapitoliamo


Abbiamo posto al vertice del processo della simbolizzazione (il raccontarsi attraverso il simbolo, con il simbolo che è una conformazione spaziale avente un nome) la lettura, in quanto si è supposto che colui che scrive deve effettuare in maniera automatizzata e simultanea due processi di lettura


1) Della lettera del modello calligrafico che si appresta a manoscrivere, la quale è la provocazione stimolo;
2) Della lettera manoscritta che sta scrivendo, la quale è la risposta alla detta provocazione.

Il tutto è stato provato, in quanto sono stati provati i racconti di genesi delle lettere (dei due corsivi, dello stampatello maiuscolo, dei numeri, mentre per quanto riguarda lo stampatello minuscolo non c’è stato tempo, anche se si sono effettuate importanti scoperte che interessano la “a”, la “p”, la “l” ed altre ancora.

L’altro concetto è costituito dalla distinzione tra la geometria e la forma, ma forse non è stato precisato in precedenza che tale distinzione vale solamente per la lettera manoscritta.


La geometria è tutto ciò che dà vita alla lettera (il perimetro e il bianco inglobato nello stesso e il bianco che lo ingloba), cosicché l’oggetto è per l’appunto la geometria, in quanto senza la lettera non esiste la scrittura. La forma, invece, è un insieme più ampio, in quanto ingloba al suo interno la geometria, e la studiamo leggendo le caratteristiche qualitative del perimetro manoscritto, ciò che per nostra comodità si è definito tratto.
La questione della velocità lentezza, tanto importante nella perizia, si legge dal tratto, ma lo si vedrà nel prossimo post.

Come si procederà


Si procederà secondo lo schema della doppia lettura prima detta (lettura del modello – lettura della lettera manoscritta), avvalendosi della relazione logica consequenziale, il quale è il metodo della grafica simbolizzata (ogni millimetro della scrittura e della manoscrittura è “figlio” del millimetro precedente ed è il “padre” del millimetro che seguirà. Lo stesso procedimento può essere spiegato secondo uno schema che pone il millimetro in osservazione come il qui ed ora, mentre il millimetro precedente è il prima e il millimetro successiva è il poi).


Le procedure fondamentali del metodo, valide per la manoscrittura, sono:
a) L’osservazione oggettiva (dell’oggetto). Si pone questa domanda: che cosa si osserva? La domanda “che cosa osservo”, invece, è errata, in quanto il rischio è che colui che osserva incorra in false credenze (magari di tipo grafologico);
b) Il ragionamento oggettivo (sull’oggetto osservato). Si pone le seguenti domande: 1) in cosa differisce dal modello l’oggetto osservato? 2) Quale vantaggio si è cercato di acquisire immettendo la modificazione osservata?
A queste due procedure, se ne aggiunge una terza, che appartiene al ragionamento oggettivo:
c) La diagnostica, che restituisce la lettura consapevole del racconto inconsapevolmente narrato dalla lettera del modello e dalla lettera manoscritta. Qui della diagnostica se ne potrà parlare solamente nelle grandi linee.


L’altra regola fondamentale: lo tramonto dell’osservazione è il nominare.


Tutto ha un nome: questo aspetto è decisivo, altrimenti non sarebbe possibile leggere. E il nome lo si desume dalla codifica del modello letterale coinvolto. Dunque, è impossibile leggere (ossia descrivere, lo dico per i miei colleghi periti), se non si opera un costante riferimento al modello, in quanto, come detto, ciò è esattamente l’operazione che esegue colui che legge scrivendo.
Al nome, poi, vi corrisponde una funzione, e chi assegna la detta funzione è il ragionamento oggettivo, quando si pone la domanda: Quale vantaggio si è cercato di acquisire immettendo la modificazione osservata?
Una lettera, infine, va letta dall’avvio alla fine della stessa. Si rammenti, infine, che nella lettera manoscritta solitamente è un cucciolo che racconta, ossia è il cucciolo che è ancora nella persona che legge scrivendo (questa scoperta della grafica simbolizzata è di forte rilievo e mi corre l’obbligo evidenziarne la portata).

Richiamo alcuni concetti ormai noti, dai post precedenti https://www.aidas-dgs.it/corso-breve-di-lettura-i-post/ e https://www.aidas-dgs.it/?p=2489. Si rammenti ancora che, nella genesi, nel perimetro sono le azioni che mamma (o papà in altre lettere) esercitò sul e per il cucciolo.

Nella lettera manoscritta dell’adulto, però, siccome lo schema precedente si ribalta, allora nel perimetro è come il cucciolo reagì alle operazioni manipolative esercitate su di lui. Del tutto se ne è già parlato, ma ho ricapitolato per gli eventuali nuovi lettori.


Un indispensabile sussidio

Ci si avvarrà del misurino di fig.10. In questo misurino i due rettangoli rossi hanno la stessa altezza.

In questo modo, ad esempio, spicca immediatamente l’accrescimento esagerato della discesa manoscritta (cfr.fig.7), della quale si è parlato nel post precedente.


Lettura dei primi tre costitutivi della lettera manoscritta


A seguire con “O” indico l’osservazione oggettiva e con “R” il ragionamento oggettivo (e con a) e b) le risposte alle due domande che si pone quest’ultimo).

1) O. Avvio effettivo. E’ posizionato grosso modo ad ore 11;
R. a) Avrebbe dovuto essere posizionato pressappoco ad ore nove. b) Semplificando, ha avuto modo di temere più del dovuto il sollevamento dal suolo, operato da mamma.

2) O. Convolvolo in entrata (fig.6) cieco.
R. a) Avrebbe dovuto essere cieco.
3) O. Plateau, poco concavo ed esteso per tutta l’ampiezza del misurino.
R. a) Avrebbe dovuto essere meno esteso e concavo; b) Se fosse stato concavo nel modo dovuto allora sarebbe diminuita la dimensione orizzontale. Il plateau non è stato confortevole.

3) O. Convolvolo in uscita molto aperto, preceduto da una brusca deviazione (freccia blu di fig. 4) e svettante, in quanto sopravanza di molto il limite di ore dodici del misurino.
R. a) Avrebbe dovuto essere cieco, non avrebbe dovuto avere la deviazione detta e non avrebbe dovuto eccedere nell’altezza rispetto ad ore dodici. B) Il tutto lo si spiega con il bisogno di ritardare il più possibile la discesa, e, nel contempo, la deviazione impropria racconta che la discesa comunque è stata avvertita come ineluttabile.

A questo punto la diagnostica si chiede: come si spiega il tutto descritto dall’avvio al convolvolo di uscita? La risposta è intuitiva.

Lettura degli altri costitutivi della lettera manoscritta

Sono coinvolti la discesa, la pancia (cfr.fig.8), il convolvolo basale (cfr. ellisse blu, di fig.10) e il ritorno a destra (cfr.fig.9, anche se in questo caso bisogna tenere conto del fatto che il ritorno ha un andamento orizzontale in quanto è prefigurato un collegamento con una lettera della zona media, ad esempio, con la “o”. Nel nostro caso, infatti, l’andamento del ritorno deve essere diagonale, visto che è coinvolto il collegamento con una lettera lunga).

Per semplificare, della discesa prendiamo in considerazione solamente la pancia e il convolvolo basale. Debbo precisare, però, omettendone la spiegazione, che la pancia (la quale, semplificando, ingloba lo spazio che è a destra, il luogo di papà), nella genesi, è l’arte di mamma che tende a coinvolgere papà, favorendo l’accostamento di costui al cucciolo e l’accostamento del cucciolo a papà.

4) O. La discesa è concava a destra.
R. a) Avrebbe dovuto essere molto convessa a destra (ossia avrebbe dovuto essere molto concava a sinistra), il che implica che la pancia è assente. b) Nella discesa la sinistra incuteva apprensione (il concavo è accoglienza, infatti), in quanto mamma non favoriva (secondo il punto di vista di allora del cucciolo) l’accostamento di papà.
La diagnostica precisa: si tenga presente che si sta descrivendo la sequenza di un episodio evento subito da colui che legge scrivendo, quando era cucciolo, perché era nelle braccia di mamma ed era mamma che lo stava depositando al suolo.

5) O. Il convolvolo basale è troppo vistoso ed è angoloso (ho semplificato la descrizione).
R. a) Avrebbe dovuto essere curvilineo e meno vistoso. b) L’incontro con la destra (che ci è stato, in quanto la “l”, che è papà, è collegata) non è avvenuto prontamente (la vistosità è tempo, credo che questo concetto sia intuitivo) e ciò fece soffrire (l’angolosità).


Allora cosa racconta la “I” manoscritta?


La diagnostica direbbe che racconta una sequenza di azioni subiti dal cucciolo (la persona interessata mi ha rivelato che la ricorda ancora), per conseguenza di un episodio evento che lo spaventò, con entrambe le figure che dovevano occuparsi di lui che non furono all’altezza (secondo, però, il punto di vista di un inerme, ossia secondo il cucciolo di allora).
Tutto questo ancora vive (agisce e condiziona, dettando la condotta e il destino) nella persona che leggendo ha scritto la “i” manoscritta, raccontandocelo.

Interessa?


Lettore, hai trovato interessante questo post? Ho cercato di trasmetterti l’idea che ciò che si reputava inverosimile a comprendere e a scoprire, invece è narrato, basta saperlo leggere.
Si tratta semplicemente di apprendere i nomi e di restituire le funzioni specifiche a tali nomi e poi leggere il tutto: compreso ciò, allora si perviene alla conclusione che la “mia creatura” (la grafica simbolizzata) è una banale. Davvero, la trovo banale.
Ti interessa lettore apprendere a leggere le manoscritture? Allora, per favore, fatti sentire, scrivendo a info@vigliottiangelo.it (è il presidente), chiedendo informazioni sul come associarsi all’AIDAS-DGS.
Oppure scrivimi su chat privata.


Per il collega, perito grafico


A te collega potrebbero non interessare i racconti (nella grafica simbolizzata non si parla più di significato), ma ti chiedo se le procedure basate sulla lettura che ti ho descritto nella perizia siano utili o meno. Da collega a collega (per inciso, esercito dal 1991, con metodo su base grafologica e saprei anche applicare il metodo grafonomico): non se ne potrebbe fare a meno.
Te lo dimostrerò anche nel prossimo e conclusivo post, dove prenderò in considerazione il tratto, in quanto lo si leggerà, per definire le tre categorie (se sei grafologo) fondamentali del metodo peritale: il movimento, la pressione, il gesto fuggitivo.

Ringrazio tutti.


Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A. Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata).

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