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Progredire e provare nella perizia grafica

Il caso dei “Diari di Mussolini, veri o presunti

Abbiamo sempre detto – me compreso – che la forma è imitabile, ma ci siamo sbagliati: la svolta c’è!

La distinzione che ho introdotto tra geometria e forma è, secondo il mio modo di vedere, una vera a propria svolta. Sono arrivato a questa conclusione, quando mi occupai della perizia sui “Diari di Mussolini, veri o presuntihttps://it.wikipedia.org/wiki/Diari_di_Mussolini, sebbene non con la chiarezza concettuale che ho conseguito negli ultimi tempi. https://www.aidas-dgs.it/i-diari-di-mussolini-veri-o-presunti/

Il lettore non perito deve essere informato su questo punto: nella perizia è risaputo che sia imitabile (o dissimulabile, ma questo aspetto lo ometto) la sola forma, mentre sarebbero inimitabili il moto, il ritmo, la pressione e i gesti fuggitivi (semplificando i ricci). 

Invece, i Diari detti ci dimostrano che tutto, ma proprio tutto, è imitabile (basta sapere come si fa, posto che si sia abbastanza abili nel disegno specifico delle forme letterali – da dire che la tecnica imitativa adottata nei Diari è stata scoperta ed è stata anche testata), tranne che, per l’appunto, la forma, ove quest’ultima la si distingua dalla geometria.

Ribadisco ancora la distinzione tra geometria e forma:

1) La geometria è rappresentata dal perimetro che è riferibile a tutto ciò che è il costitutivo essenziale e fondativo della lettera degli apprendimenti primari della letto scrittura (corsivo, stampatello e numero), nonché dai bianchi, interni ed esterni alla lettera, ivi compresi i perimetri dei filetti di collegamento;

2) La forma, invece, si fonda, logicamente, sulla geometria, ma condensa in sé tutte le caratteristiche grafiche grafologiche di interesse della perizia (il moto ed il ritmo che ebbero la mano scrivente, il tono, l’estetica, il gesto fuggitivo, il moto coatto, ecc.. ecc..). 

Dunque, a questo punto la domanda è: dove si studia la forma?

Si studia sul tratto. Ovvero si impone un’ultima e decisiva distinzione tra il perimetro, che appartiene alla geometria e che è una grandezza fisica, e il tratto, che appartiene alla forma. 

Il collega che è dubbioso (lo posso capire), si risponda con sincerità a queste domande, sapendo che a mio parere i Diari costituiscono un’imitazione pedissequa (ossia molto lenta e attuata con studiatezza) di scritti autografi:

a) Le due stringhe racchiuse dal poligono blu appartengono alle autografe oppure alle imitazioni?

b) Le tre “f” racchiuse dal poligono blu sono tutte autografe?

Da dire, in primo luogo, che nella mia perizia dimostro strumentalmente l’imitazione pedissequa prima detta, le risposte alle domande di cui sopra sono:

1) Rispetto alle due stringhe di a). Dalla didascalia della figura della Consulenza interessata: “Nulla è ritmico, tutto è isocrono pur in un contesto di variabilità. Il che, ancora una volta lo si deve ribadire, va spiegato, in quanto è dato per impossibile in una imitazione eseguita manualmente. Si vedrà che una spiegazione tecnica c’è”;

2) Rispetto alle tre “f” di cui sopra: le “f” degli esempi 1 e 2 sono imitazioni pedisseque della “f” dell’esempio 3.

Del tutto ci si accorge osservando con attenzione i bordi dei tratti, ossia la forma.

E’ in programma una videoconferenza (gratuita) sul tema qui sollevato, partendo dallo studio peritale dei Diari… Chi fosse interessato si può prenotare, anche scrivendomi privatamente …

Grazie


Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A.Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)

*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata).

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