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Le aste, l’asta della “t” apparente e il punto di vista della grafica simbolizzata (III ed ultima parte)

Di Guido Angeloni, autore della grafica simbolizzata (©), socio fondatore e direttore scientifico* dell’AIDAS-DGS (presidente A. Vigliotti, medico, psicoterapeuta, grafologo)

*(Per la parte attinente alla grafica simbolizzata)

UNA PREMESSA NECESSARIA

Per la grafologia, le masse grafiche sono azioni comportamentali agite dallo scrivente. Nella grafica simbolizzata, invece, le azioni simboliche che si osservano nelle lettere sono frutto dell’apprendimento, ovvero sono racconti (ossia raccontano storie) in quanto sono il frutto di condizionamenti subiti dallo scrivente.

Il tutto lo si può dire nel seguente modo: una lettera manoscritta ha la genesi più remota negli episodi condizionanti che furono subiti dallo scrivente per mano di mamma e papà e per mano delle altre figure di riferimento del bimbo che fu e/o per conseguenza di eventi esterni (gli incidenti, i lutti, le ferite del corpo ed altro).

PRIMA ANALISI DELLA SALITA DI FIG. 11 (OSSIA LA FALSA ASTA DELLA “t” SIMULATA)

Ciò che è importante dire, portando a sintesi, è il fatto che a questo punto tutta la SALITA della “l” (o della “b”) è una PROMOZIONE CHE ELEVA, vissuta in maniera gioiosa, in quanto il cucciolo si avverte elevato al livello della statura di papà al contatto con il “cielo”.

La salita della “l” e delle sue derivate (“b” ed “h”), non a caso, nella grafica simbolizzata è definita RICCIO DELLA ELEVAZIONE (fig. 15 – da notare che la salita della “p” appartiene, invece, alla promozione, ossia è un Riccio della promozione, agito da mamma. La lettera più rappresentativa del riccio della promozione è la “i”).


In altre parole, nelle lettere del modello si rinvengono gli schemi spaziali delle esperienze vitali che hanno condizionato in qualsiasi età, a partire dal momento della nascita (nella “f”). All’inverso, ogni esperienza vitale è descrivibile secondo schemi spaziali di tipo simbolico, cosicché è lecito chiedersi che cosa simbolizzi, ossia che cosa racconti, la SALITA di fig. 11 (cfr. arco rosso), che per nostra comodità è meglio schematizzata nella fig. 12.


Ci si accorge che la SALITA costituita dal tratto convesso a destra che dal rigo del cammino si diparte verso l’alto (per l’appunto, la fig. 12) è un’azione che appartiene alla “l” (fig. 13, oppure anche alla “b”, alla “h” e alla “f”, vedi fig. 10).

La “l” è il comandamento amico, ossia è il papà “amicuccio” del cucciolo che solleva costui dal suolo per depositarlo sulle proprie spalle, oppure per abbracciarlo nell’asola (vedi blu, di fig. 13).


A questo punto, all’ASTA della “l”, ossia alla DISCESA, corrispondono e il CORPO DI PAPÀ e la TRAIETTORIA DELLA DISCESA CHE PAPÀ AGISCE SUL BIMBO PER DEPOSITARLO SUL RIGO DEL SUOLO: lo si è provato, in quanto, per l’appunto, sappiamo dire quando si è subito il condizionamento della caduta dall’alto delle braccia di papà (ovviamente, possono essere coinvolte altre figure, come mamma e nonna, ecc..).

CHE COSA SI DEDUCE DALLA SALITA DELLA “t” DI FIG. 11?

Alla salita della fig. 11 non segue la discesa; in altre parole, si osserva una salita del tipo che si rinviene nella “l”, ma è assente l’asta voluta per questa lettera, ossia, stando a quanto visto in precedenza, l’azione che si osserva non è stata agita da papà: è un’aspirazione del bambino che ha redatto la “t” simulata. E’ un’aspirazione in quanto la PROMOZIONE e l’ELEVAZIONE delle quali si è parlato in precedenza sono istanze legittime ed irrinunciabili.

La salita della fig. 11, dunque, indica che il bambino non si è avvertito promosso nella statura (ovvero nei sentimenti di importanza e di potenza), ma in relazione a quali compiti e/o a quali funzioni evolutivi? E’ arrivato il momento di parlare del modello della lettera “t”.

LA GENESI DEL RACCONTO DELLA “t” CORSIVA MINUSCOLA

L’asta non può essere l’organo più significativo della “t”, in quanto le lettere che sono provviste di aste sono ben nove (fig. 10).

L’organo più significativo di questa lettera è il TAGLIO, in quanto, essendo lontano dal rigo del suolo e al di là del limite della zona media, è apposto in una zona che si riferisce al bianco immateriale (fig. 16 – simbolicamente appartiene allo spirito) ed è preceduto da un obbligatorio RITORNO A SINISTRA (lo stesso fenomeno avviene nella “i”, come si evince dalla fig. 17, per apporre il puntino).


L’insieme asta più il taglio – lo si è provato – secondo il modello, indica che se nella condotta (ossia nel cammino materiale) ci si attiene a quanto comandato (dall’asta), allora non si dovrà temere il futuro prossimo ignoto, in quanto sarà sempre garantito il cammino nella zona dello spirito e della luce (il taglio procede in linea orizzontale). Tutto ciò ha la genesi remota nella promessa che fu fatta al bimbo: se sarai bravo, allora non solo conseguirai l’obiettivo che vogliamo che tu consegua ma riceverai anche in premio il balocco che desideri tanto.

Infatti, colui che esegue le “t” senza il taglio (ad esempio, Fig. 18) fu tradito nella promessa che gli si fece: non ricevette il premio che si meritò con il suo impegno.

LA “t” DI FIG. 11 ALLORA CHE COSA RACCONTA?

Racconta che il bambino:
a) Non si è avvertito (attenzione, è lui che racconta, non è detto che ciò che narra corrisponda al vero) né promosso né elevato, per l’assenza della discesa;
b) Ma che è comunque obbligato a procedere verso destra (ossia è obbligato ad adempiere ai propri compiti), in quanto appone una sorta di concavo basale (il tratto che la Conficoni indica con il n.2) e si avverte obbligato al ritorno a sinistra (per il taglio, indicato in fig. con il n. 3).
In pratica, il bambino racconta che:
c) Si avverte comunque chiamato a rapporto da papà (il ritorno a sinistra) e sa che deve comunque subire il suo giudizio.
In ultimo, non va sottaciuto il fatto che l’intera conformazione può essere valutata sulla base del principio dell’analogia, tenendo conto che la lettera è simulata, cosicché è lecito aggiungere che il bambino:

d) Cerca di ingegnarsi, con modalità ingenue (sostanzialmente infantili), per dare l’impressione che assolve i propri compiti così come desiderato da “papà”, in quanto, logicamente, teme il giudizio di costui.

SI PUÒ CONCORDARE CON LE INDICAZIONI GRAFOLOGICHE CHE SI DESUMONO DALL’ARTICOLO DI IRIDE CONFICONI?

In ultimo, visto il sopra, mi sembra che sia condivisibile la indicazione grafologica ipotizzata da Iride Conficoni del “disimpegno per restare in una specie di limbo con l’incapacità di assumere chiare e precise responsabilità personali”

Tale disimpegno lo si spiegherebbe in base al fatto che lo scrivente non si avverte all’altezza di intraprendere, per conseguenza delle mancate promozione ed elevazione delle quali si è parlato, cosicché si limiterebbe ad eseguire i compiti dei quali sa che dovrà rispondere.


UN BILANCIO CRITICO. QUALE PUÒ ESSERE STATO IL FATTORE CONDIZIONANTE?


Va tenuto conto del fatto che qualche bambino può produrre le conformazioni qui indagate su base imitativa, il che implica che con la crescita possa eseguire le “t” nel modo voluto. Dunque, ci si sta riferendo ai bambini delle medie inferiori e soprattutto agli adolescenti (la Conficoni documenta due casi che si riferiscono a ragazzi di anni quattordici e venti).


Quanto sopra premesso, la domanda che non si può eludere è la seguente: siamo sicuri che le indicazioni già precisate siano corrette?
No, non ne siamo sicuri: sono logiche, sono coerenti con tante scoperte effettuate dalla grafica simbolizzata, cosicché è ragionevole supporre che siano corrette, ma ci manca la controprova dell’intervista confermativa.
Si tratta di intervistare coloro che eseguono le “t” simulate ponendo loro la seguente domanda:

  • È esagerato supporre che non ricordi episodi in cui papà ti prendeva in braccio e ti poneva sulle sue spalle?
    Dunque, la privazione degli episodi di cui sopra verrebbe a costituire il fatto condizionante, mentre le quattro indicazioni delle quali si è parlato verrebbero a costituire i possibili effetti derivati e trasmigrati (ovvero gli effetti conseguenti e susseguenti) di quella antica ferita.
    In altre parole, le “t” simulate sono un nuovo oggetto che l’AIDAS-DGS si incaricherà di studiare e testare (chi vuole darci una mano nella ricerca, può farsi sentire).

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