A che punto è la ricerca? Il racconto (il significato) delle due elle degli stampatelli.

Intanto che cosa si intende per asta, nello stampatello? E’, in primo luogo, un tratto che – idealmente – andrebbe eseguito con la squadra. Di conseguenza ne sono coinvolte tutte le lettere, tranne quelle basate sulla “O” (oltre a questa lettera anche la “Q”, la “C” e la “G”), che invece potrebbero essere eseguite con il compasso.
Tutto questo per dire che si sta parlando di tratti duri, geometrici, rettilinei e che non subiscono deviazioni di sorta, ma l’asta soprattutto deve essere perpendicolare al rigo del suolo e va eseguita dall’alto al basso.
Da questo punto di vista, le proposte dei sussidi didattici che vogliono che l’asta si avvii dal basso (fig.11) sono da considerarsi non desiderabili e nella manoscrittura – si è accertato – sono molto disarmoniche.

L’asta fondamentale dello stampatello maiuscolo è la “I” (la maiuscola “i”, fig.1), in quanto ben 12 lettere si basano su tale asta (esattamente, oltre alla “I”, le seguenti: “B”, D”, “E”, “F”, “H”, “L”, “M”, “N”, “P”, “R” e “T”).

Dunque, si è parlato di squadra e di compasso, ossia di architetture, e di ben dodici lettere basate sull’asta: quest’ultima, dunque, è un fondamento, una struttura portante senza la quale le altre lettere non potrebbero avere vita (a titolo di esempio, Cfr. figg.2-9).
Trattandosi di architetture e di strutture portanti si sta supponendo, nella teoria e nella ricerca, che l’asta dello stampatello maiuscolo (quella della “i”) possa essere simbolizzata* nella colonna del corpo umano: sembra ragionevole che sia possibile riferirvi eventuali malformazioni della stessa, ma la strada da fare, per confermare o meno, è ancora lunga.
La prima “colonna”, dal punto di vista della simbolizzazione infantile*, è la statura eretta di un “papà investito di autorità”.
La ricerca sta confermando questo dato, in una direzione che non era sospettata: soprattutto nella “P” (più precisamente, in talune “P” manoscritte) tale figura è un nonno, talora anche non conosciuto, perché scomparso prematuramente, e se ne ha la conferma anche nella “T” (come in fig.12).
All’asta rettilinea, che nel metodo italiano è chiamata Asta retta, la grafologia assegna i significati di fermezza inflessibile e di senso del dovere, ma tali significati sono stati attribuiti alle aste del corsivo, peraltro minuscolo (le maiuscole non hanno le aste, tranne che nella “H”) ed allora ci si deve chiedere se valgono anche per le lettere dello stampatello.
Intanto sarebbe necessario verificare se le persone nel corsivo minuscolo e nello stampatello maiuscolo hanno lo stesso grado di Aste rette: confesso che questo studio non è stato ancora effettuato, ragione per cui soprassiedo, ma su base di logica non dovrebbero averlo.

Le aste dello stampatello, come visto, sono architetture che hanno un carattere funzionale, o meglio strutturale: senza di loro, ben 12 lettere non esisterebbero.
Dunque, un conto è l’asta della “P”, un conto è l’asta della “F”, un conto ancora è l’asta della “L” e si potrebbe continuare.
Se ne ha una prova anche nella fig.12, nella quale le aste sono molto diverse sia nella lunghezza sia nella sicurezza del tracciato.
L’unica asta che potrebbe essere considerata retta (Asta retta) è la seconda della “H”, ma va notato che la parte inferiore devia bruscamente a destra (arco rosso), in quanto si teme il contatto con il rigo (si è temuta la punizione: la “H” racconta il divieto tassativo).
Le altre aste sono molto svilite (“T” ed “L”), oppure sono molto sofferenti (la “E”). Se ne conosce il racconto (il significato della grafologia), ma per brevità si parlerà solo dell’asta della “L”, ma in chiusura.
Le aste sono il fondamento.
Lo stampatello, ormai il lettore è informato, è la lingua delle leggi umane e delle istituzioni dello stesso tipo e, dunque, anche nello stampatello maiuscolo esprimono la parte normativa, dalla quale la grafologia fa derivare la fermezza. Tuttavia, se nel corsivo l’asta retta è fermezza secondo principi etico-morali che appartengono alla persona, nello stampatello è fermezza secondo un principio normativo dettato dalle leggi e che si riferisce al cittadino (logicamente, è il modello che “parla”).
Da questo punto di vista, la legge è la lettera “I” (la “i” dello stampatello maiuscolo) che, neanche farlo apposta, ha la stessa iconografia della “l” (elle) dello stampatello minuscolo (sic!), ragione per cui poi si parlerà di questa lettera.
Le architetture infondono sicurezza.
Di conseguenza, l’asta dello stampatello, come quella del corsivo, se retta, indica sicurezza, ma si tratta di una sicurezza che deriva dal rispetto scrupoloso della legge. E’ la legge e l’istituzione umana che proteggono.
In altre parole, non è richiesta un’elaborazione personale: l’importante è attenersi alle norme volute e rispettate da tutti e allora si può essere sicuri. Ma si tratta di un bluff effettuato dallo stesso modello: il cucciolo apprende da subito che spesso non basta attenersi alle leggi (alle norme familiari, nel suo caso) per essere al sicuro. Le stesse architetture naturali non sempre sono un rifugio sicuro. Nella fig.12, ad esempio, la “L” racconta che la cucciola che fu la scrivente (oggi cinquantenne) temette molto il terremoto (omissis): aveva tre anni e lei e tutta la sua famiglia quella notte lì dormirono in macchina.
Se lo stampatello maiuscolo è la legge, allora necessita di un cittadino che esegue: è lo stampatello minuscolo.
Da Iconografia ed iconologia dello stampatello maiuscolo, G. Angeloni, in scrittura:
“Il carattere freddo ed impositivo delle lettere stampatello si impone da solo, ma risalta ancor più dal confronto con le lettere corsive. In queste ultime la “l” (la elle) è l’amichetto del cuore del cucciolo; nella minuscola, infatti, è il papà che pone sulle proprie spalle il cucciolo, nel mentre gli indica “quanto è bello il mondo da lassù”. La “l” dello stampatello minuscolo, invece, è colui che esegue gli ordini di un superiore (lo stampatello maiuscolo) e li impartisce a chi gli è inferiore (da segnalare che nello stampatello maiuscolo la funzione di chi impartisce gli ordini è assolta dalla lettera “i”).
A titolo di esempio, si anticipa il racconto simbolico della “L”: ordina (asta) di essere ben piantati sul suolo (distanziamento orizzontale), di essere realistici, ovvero di non procedere più di quanto è consentito (la lunghezza del distanziamento), e di respingere coloro che vorrebbero deviare dalla retta via fissata dalle leggi (orizzontalità del distanziamento)”.

Grazie.
*Per simbolizzazione – che è un concetto esclusivo della grafica simbolizzata – si intende il raccontarsi attraverso il simbolo grafico. La simbolizzazione remota è come un bimbetto che apprende a scrivere “legge” inconsapevolmente il detto simbolo e lo riferisce alla propria storia dal momento in cui era un cucciolo. Ovviamente non si ha modo di provare direttamente questo assunto teorico – per lo meno, non con gli strumenti della grafica simbolizzata – ma se ne hanno conferme nello studio delle lettere del corsivo e anche nelle lettere dello stampatello (e del numero) che sinora sono state sufficientemente testate.
(Di G. Angeloni – autore della Grafica simbolizzata)